Gruppo dirigente PD di Ivrea “sfiduciato” dalle primarie

Come in tutta Italia netto calo della partecipazione e trionfo di Renzi anche a Ivrea e in Canavese e, con lui, festeggiano i sostenitori locali, che potrebbero voler far valere subito il nuovo peso nel partito (e nell’amministrazione comunale)

I risultati delle primarie PD riassunti per seggio

Non si distingue molto da quello nazionale il voto alle primarie del PD a Ivrea e in Canavese, né per la partecipazione (a Ivrea i 1.800 partecipanti del 2013 si sono ridotti a 1.124), né per i risultati. I risultati nazionali, ancorché incerti e parzialmente contestati da Orlando, registrano una partecipazione in calo di almeno un milione di persone (nel 2013 era stata di 2,8 milioni) e un successo di Renzi tra il 68 e il 70%, mentre Orlando si attesterebbe tra il 20 e il 22% ed Emiliano intorno al 10% (per effetto dei successi registrati da quest’ultimo in Puglia e in genere nel Sud).
Risultati che, localmente, non si discostano significativamente neppure dal voto delle “convenzioni” degli iscritti al partito (nelle quali, ad Ivrea, Renzi si attestava al 63% del voto degli iscritti e Orlando si avvicinava al 35%, mentre Emiliano veniva relegato a meno del 2%), se non per una maggiore affermazione di Renzi che, sempre a Ivrea, alle primarie di domenica 30 aprile arriva quasi al 68%, mentre Orlando scende poco sopra il 27% ed Emiliano raggiunge il 5%.

D’altro canto con una partecipazione complessiva di 1.124 votanti (poco più di tre volte il numero degli iscritti al circolo PD eporediese, che al 28 febbraio erano 336) risultava difficile immaginare un ribaltamento dei risultati di poche settimane prima. Anzi, nonostante le uniche iniziative in città siano state organizzate dai sostenitori della candidatura di Orlando (vedi Il futuro, nel PD e Orlandiani eporediesi, welfare e povertà), gli elettori delle primarie non iscritti al PD, hanno accentuato la conferma di Renzi a segretario del PD. Accentuazione che risulta ancora più netta (tanto da superare la media nazionale) se si guardano i risultati complessivi del Canavese dove Renzi supera il 72%, lasciando Orlando sotto il 23% ed Emiliano sotto il 5%.
A pochi mesi dal formale abbandono della segreteria, Renzi torna a un controllo ancora più solido del PD (anche attraverso l’assemblea nazionale, i cui componenti vengono eletti in proporzione ai voti ottenuti da ciascun candidato alle primarie) e presto (qui le ipotesi sono diverse, ma la più probabile appare il voto per le elezioni politiche in ottobre) dei gruppi parlamentari che risulteranno dalle liste di candidati “fedeli” preparate dalla sua segreteria (i gruppi parlamentari attuali del PD sono per lo più di “convertiti” essendo il prodotto delle liste preparate dalla precedente segreteria Bersani). Innegabilmente il 30 aprile segna il trionfo (peraltro scontato) di Renzi nel PD e potrà essere ricordato come la data di nascita del PDR (partito di Renzi). Ovviamente, almeno questa volta non assisteremo a un nuovo cambio di nome, ma di certo arriva a compimento la “mutazione genetica” del PD. Con quali e quante fortune elettorali si avrà modo di verificarlo presto, mentre sono già evidenti e verificabili da tempo gli effetti provocati nella vita e nella natura stessa del partito.

Tornando a Ivrea, c’è un altro dato innegabile che emerge: la sconfessione da parte del “popolo PD” del gruppo dirigente locale (o, meglio, del gruppo dirigente di fatto che, in assenza di un vero gruppo dirigente del partito, diventa quello degli amministratori pubblici). Questo, infatti, in larga parte, a cominciare dal Sindaco Della Pepa insieme a diversi assessori, si è pronunciato chiaramente per la candidatura Orlando, candidatura nella quale si riconosce meno di un terzo del “popolo delle primarie”. Mentre la pattuglia renziana in Consiglio Comunale (composta dai consiglieri Ballurio, Dulla, Mulas e Bertolino) insieme a qualche altro esponente locale (il più noto è il sindaco di Cossano, Avetta), che conduce da tempo l’opposizione interna al PD locale (che qui a Ivrea significa opposizione interna all’amministrazione Della Pepa), oggi può più facilmente far pesare i due terzi dei consensi delle primarie per Renzi. E potrebbe essere tentata, qualora trovasse una leadership condivisa, di giungere ad elezioni comunali anticipate in autunno e, comunque, alla scadenza naturale dell’amministrazione Della Pepa (nella primavera del prossimo anno), condizionerà certamente e fortemente la scelta della candidatura del PD a sindaco di Ivrea.
Una scelta che, per la storica pervasività del PD nella città, riguarderà un po’ tutti i cittadini eporediesi, e non solo renziani o piddini vari.

ƒz

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