Un incontro all’oratorio san Lorenzo
Domenica 1 ottobre, nel teatro dell’oratorio di san Lorenzo, si è svolto un interessante convegno organizzato dal MIR e dal Centro Gandhi, cui hanno partecipato circa 50 persone.
Dopo un breve saluto di don Piero Agrano, Pierangelo Monti, segretario del MIR e socio del Centro Gandhi, ha introdotto l’incontro rilevando l’importanza della Campagna di Obiezione alla guerra in Ucraina che il MIR e altre associazioni nazionali e internazionali, stanno conducendo da un anno.
Durante la prima parte dell’incontro Maria Alexandrova, attivista del movimento degli obiettori di coscienza russi, che vive in Scozia, non potendo ritornare a Mosca da quando la Russia è in guerra con l’Ucraina, ha coraggiosamente e con commozione testimoniato le dure condizioni in cui sono costretti a vivere sotto il regime di V. Putin , coloro che, come lei, si oppongono alla politica bellicista e oppressiva del regime russo.
Sono migliaia gli obiettori alla guerra che sono arrestati in Russia, come anche in Ucraina e Bielorussia, o che fuggono dai loro paesi e cercano rifugio all’estero. Per loro, secondo il diritto internazionale, dovrebbero essere aperte le porte delle altre nazioni e invece molte volte essi sono respinti anche in Europa. Perciò con la Object War Campaign si chiede ai governi di accogliere e sostenere queste coraggiose persone.
Nella seconda parte dell’incontro, Paolo Candelari del Centro Studi Sereno Regis e del MIR- Movimento Nonviolento di Torino, ha presentato il libro di Erica Chenoweth, “Come risolvere i conflitti senza armi e senza odio.”, approfondendo il metodo della “resistenza civile disarmata”.
Durante il dibattito conclusivo i partecipanti si sono interrogati, insieme ai relatori e alla relatrice, su alcune questioni di grande attualità. La folle corsa al riarmo con il ricorso ad armamenti sempre più potenti e distruttivi, basata sul principio della “deterrenza”, è veramente in grado oggi di garantire la difesa di una nazione? Il nazionalismo militarista è la scelta politica più efficace per difendere i giusti diritti di una popolazione?
Il costo di un apparato militare sempre più oneroso, che divora risorse pubbliche sottraendole alla sanità, all’istruzione pubblica e alla previdenza sociale, fino a che limite è ancora sostenibile, sia economicamente sia socialmente? P. Candelari ha affermato che una scelta alternativa esiste: la “difesa civile disarmata” ispirata al principio della “nonviolenza” efficacemente testimoniato dal Mahatma M.K.Gandhi e da altri maestri a partire da Gesù di Nazareth? Un sogno per “anime belle”? No! Gli studi presentati nel saggio della studiosa americana E. Chenoweth, dimostrano che negli ultimi centoventi anni i risultati ottenuti dalla resistenza civile nonviolenta nella soluzione dei conflitti sono superiori a quelli ottenuti dalla lotta armata (il 59% contro il 27%, con tasso di mortalità di 1 a 22).
La minaccia dell’utilizzo di armi nucleari rende oggi ancora più urgente la necessità di attivare la difesa civile non armata nonviolenta, alternativa a quella militare, valida anche per evitare fin dall’inizio la guerra in Ucraina e per mettere fine a quella e a tutte le guerre. Poiché, come sostengono i pacifisti nonviolenti e gli obiettori di coscienza, la guerra è il male peggiore, che in ogni caso è da evitare. Per questo il MIR e il Centro Gandhi hanno dato il titolo all’incontro di domenica: NON CI RASSEGNIAMO ALLA GUERRA.
Mario Zannini, Pierangelo Monti