Caro Youssuof, ragazzo di 16 anni e un giorno, ti scrivo queste poche righe che avrei tanto non voluto scriverti, ma ho la necessità di dirti che provo vergogna per le politiche del mio Paese e che mi sento in colpa per non riuscire ad arginare i sentimenti di paura e rancore nei tuoi confronti che si fanno sempre più spazio nel Paese. Quindi prendi queste poche righe come una sorta di necessità che ho e che devo provare a comunicarti.
Intanto e per prima cosa il governo del mio Paese sta decidendo che tu, in quanto “straniero” pur avendo 16 anni e un giorno non puoi essere considerato un minore, nonostante in Italia per esser maggiorenni occorre aver compiuto i 18 anni di età. Per cui devi essere considerato adulto e quindi puoi andare a lavorare e puoi essere rinchiuso insieme a tutti gli altri in un “Centro di permanenza per i rimpatri” – carceri dove si viene rinchiusi senza aver commesso alcun reato – fino a 18 mesi. D’altra parte essendo adulto, non sei altro, come vi ha definito il ministro Piantedosi, che un “carico residuo”.
E poi, caro Youssuof, devo dirti che per questo governo e per i partiti che lo sostengono, spietati e giudicanti con i poveri e i fragili e accondiscendenti e servili con i ricchi ed i potenti, tu non sei una persona, con una biografia, un progetto di futuro, dei desideri, ma soltanto un oggetto di propaganda per costruire un facile consenso. Finendo di essere due volte vittima. In primis vittima delle condizioni di povertà, discriminazione, rischio di vita per guerre o carestie che ti hanno spinto a partire. In seconda istanza della cattiveria istituzionale che si alimenta raccontando un altro te virtuale, per spaventare e orientare l’opinione pubblica al rancore verso la tua persona. Come “nemico opportuno” su cui scaricare la responsabilità di politiche sbagliate che hanno alimentato disuguaglianze e povertà togliendo a milioni di persone anche la stessa speranza di poter immaginare un futuro diverso, più giusto e dignitoso.
Ancora Youssuof, questo governo ha così bisogno di considerarti un non minore che ha deciso di punirti con l’espulsione immediata se ti dichiari “minore” al momento dell’ingresso e invece hai 16 anni e un giorno. Senza nemmeno interrogarsi o chiederti se quella eventuale “bugia” è determinata dal fatto che oramai in Italia non esistono da anni forme di ingresso legale e che quindi la richiesta di protezione internazionale è l’unica strada percorribile. In una sorta di paradosso in cui se scappi da guerra o discriminazione forse puoi essere accolto, mentre se parti per non morire di fame o sete per il cambiamento climatico o per povertà non puoi essere accolto.
Ma caro Youssuof, c’è poi una cosa di cui mi vergogno profondamente, ma che sono costretto a dirti perché forse – e se ne hai la possibilità – rappresenta l’unica strada possibile per entrare e provare a verificare il tuo progetto migratorio. Il governo ha stabilito che se hai 5.000 euro da dimostrare come garanzia del tuo mantenimento nel primo periodo del tuo ingresso, puoi restare e non finire nei c.p.r. Perché questo governo che attacca le o.n.g. accusandole di speculare sulle azioni di salvataggio nel Mediterraneo ha deciso di provare (dico provare perché spero che tale misura venga dichiarata non coerente con il dettato Costituzionale) a fare cassa speculando, anche dal punto di vista economico e non solo politico, sulle tua vita, e su quella di tanti altri uomini e donne che affrontano un viaggio così terribile da aver causato , come denunciato dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni, 26mila morti negli ultimi dieci anni, solo nel Mediterraneo.
Perché questo governo, che dice di voler combattere gli scafisti, i trafficanti di vite umane, in piena coerenza con il mantra liberista, pensa che il modo migliore per farlo non sia definire canali di ingresso protetti e legali e stabilire numeri adeguati in relazione ai flussi migratori, ma mettere in pratica una sorta di “concorrenza di mercato”, facendosi esso stesso “scafista istituzionale”.
E ti chiedo scusa Youssuof , anche come persona da tanto tempo impegnata nei movimenti antirazzisti perché di fronte a tutto questo, tali movimenti non riescono a ritrovare parole, strumenti e narrazioni unitarie in grado di fare argine, di proporre alternative politiche e culturali e di intervenire sul senso comune per riorientarlo verso l’accoglienza e la cura piuttosto che verso la chiusura e il rancore.
Scrivendoti, caro Youssuof, mi rendo conto che la cosa di fondo che ti devo dire e che la deriva culturale del nostro Paese è stata così forte, che oggi, qui da noi, è la stessa umanità a non avere accoglienza.
Scusa Youssuof. Ma queste oggi sono le politiche del governo del mio Paese.
Andrea Morniroli
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Lettera aperta a Youssouf, “minore, non minore straniero di 16 anni e un giorno”