Viaggio, turismo e ritorno alla terra ovvero l’apertura dell’Infopoint a Roppolo, domenica 9 luglio.
La mattina del prossimo 9 luglio inaugureremo l’Infopoint a Roppolo, un piccolo paese ai piedi della Serra Morenica che si dota di un servizio informazioni per turisti. Il villaggio dove sono venuto ad abitare sta diventando, sempre di più, il crocevia tra diversi territori: l’Anfiteatro Morenico d’Ivrea, il Biellese e il Vercellese.
I locali del punto informazioni sono sulla via principale del paese e sono stati ristrutturati, con attenzione e cura, dall’Amministrazione del piccolo comune. Ci lavoreranno Nicolò e Youssef, due ragazzi che stanno facendo il Servizio Civile con ARCI Servizio Civile Piemonte. Ma quello di cui si occuperanno è veramente turismo?
Nel documentario Biella. Futuro presente Silvia Avallone, la scrittrice di origini Biellesi, dice che non riesce “più a pensare la vita in termini turistici” ma per lei “la vacanza dalla normalità è diventata tornare nel Biellese per conoscere”. Questa frase è un condensato di quello che sta succedendo e del perché sia importante aprire un punto informazioni a Roppolo.
Il piccolo paese viene attraversato quotidianamente da camminatori che percorrono, nella maggioranza dei casi, il Cammino di Oropa ma anche la Via Francigena, in questo caso perlopiù sono stranieri.
Il Cammino di Oropa della Serra è un breve itinerario che da Santhià, nella pianura vercellese, attraversa in 4 tappe la Serra d’Ivrea, arriva alle Alpi Pennine per concludersi al maestoso Santuario d’Oropa.
Tracciato da Alberto Conte, presidente del Movimento Lento, più di dieci anni fa, è stato promosso con un piccolo finanziamento degli Amici della Via Francigena di Santhià nel 2019 ed ha avuto un successo notevole: dai 300 passaggi del primo anno di lancio si è arrivati ai 3300 dell’anno scorso e, in questo 2023, il flusso continua a crescere prospettando un raddoppio dei numeri del 2022.
La Via Francigena è invece un cammino che attraversa l’Europa. Parte da Canterbury in Inghilterra, attraversa la Francia, il Belgio e la Svizzera per poi passare in Italia dal Colle del Gran San Bernardo, scendere fino a Roma e proseguire per Santa Maria di Leuca.
L’aumento di persone che scelgono il cammino come vacanza non si circoscrive ai casi citati. Terre di Mezzo, la casa editrice che pubblica le guide di questi itinerari, ha condotto un’indagine su questo fenomeno basandola sulla distribuzione dei Testimonium, ovvero sul certificato che viene rilasciato a ogni camminatore che lo richieda e che testimonia la conclusione del percorso.
Ebbene, se in nel 2021 ne sono stati distribuiti 10.821, nel 2022 la casa editrice ne ha registrati 33.014. L’incremento è dovuto soprattutto al fatto che oggi sono 47 i Cammini Italiani che rilasciano il Testimonium, 28 in più dei 19 del 2021; anche questo è un dato che da il polso della crescita.
Come mai in così tanti, specie dopo la clausura dovuta dalla pandemia da Covid-19, hanno scelto questo tipo di viaggio? Proprio perché non cercano più il turismo inteso come consumo dei pacchetti delle agenzie, bensì vogliono conoscere, fare esperienze, avvicinarsi alla natura. E anche scoprire la dimensione del villaggio.
«Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti».
Questa frase di Pavese de La luna e i falò racchiude il senso di questo moto verso i paesi e i sentieri che li collegano. In modo diverso lo dice, nello stesso documentario citato in questo scritto, Michael Silverman, dal nome straniero ma, in realtà, produttore di mele sulla Serra “Il ritorno alla terra non è necessariamente un campo dove coltivare ma avere come base la terra su cui camminare”
Ora risulta più chiaro il perché dell’Infopoint a Roppolo. Non tanto, o non solo, per fornire informazioni e mettere il timbro sulla credenziale degli ‘oropi’ e dei ‘francigeni’, ma per fare del villaggio di Roppolo un luogo di quel mondo nuovo, tra Biellese, Canavese e Vercellese dove la città non sia quel concentrato prodotto dall’industrializzazione, ma che sia diffusa su un territorio con spazi ampi e immersi nella natura. Dove sia possibile lavorare da remoto, passeggiare, avere relazioni e incontri. Dove, come dice Michelangelo Pistoletto, artista e fondatore di Cittadellarte “ci si senta parte di un arcipelago civile di villaggi”. Dove si ripari lo spopolamento delle aree interne, dei monti, delle campagne, e, allo stesso tempo, si curino gli abitanti della città e del suo hinterland. Dove anche i ragazzi possano tornare trovando sempre qualcosa di loro che li aspetta.
Ettore Macchieraldo