16 maggio 2023 – New York Times – promosso dall’Eisenhower Media Network, un’organizzazione di esperti ex militari e funzionari civili della Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti
.La guerra Russia-Ucraina è stata un disastro assoluto. Centinaia di migliaia di persone sono state uccise o ferite. Milioni di persone sono sfollate. La distruzione ambientale ed economica è stata incalcolabile. La devastazione futura potrebbe essere esponenzialmente maggiore man mano che le Potenze nucleari si avvicinano sempre più alla guerra aperta.
Deploriamo la violenza, i crimini di guerra, gli attacchi missilistici indiscriminati, il terrorismo e altre atrocità che fanno parte di questa guerra. La soluzione a questa violenza sconvolgente non è “più armi” o “più guerra”, che garantiscono ulteriori morti e distruzioni. …
Ancora, già alla fine della Guerra Fredda, i diplomatici, i generali e i politici statunitensi misero in guardia sui pericoli dell’espansione della NATO ai confini della Russia e dell’interferenza ostile nella sfera di influenza della Russia. I vecchi segretari alla Difesa Robert Gates e William Perry avanzarono questi avvertimenti, così come gli osannati diplomatici George Kennan, Jack Matlock e Henry Kissinger.
Nel 1997, cinquanta esperti di politica estera degli Stati Uniti scrissero una lettera aperta al presidente Bill Clinton consigliandogli di non espandere la NATO, definendo questo “un errore politico di proporzioni storiche”. Il presidente Clinton scelse di ignorare questi avvertimenti.
La cosa più importante per comprendere l’arroganza e il machiavellismo del calcolo che sono intervenuti nel processo decisionale degli Stati Uniti riguardante la guerra Russia-Ucraina è quella di avere respinto gli avvertimenti espressi da Williams Burns, l’attuale direttore della CIA. … nel 2008 mentre prestava servizio come ambasciatore in Russia, Burns scrisse a proposito dell’espansione della NATO e dell’ingresso in essa dell’Ucraina: “Le aspirazioni dell’Ucraina e della Georgia a entrare nella NATO non solo toccano un nervo scoperto della Russia, ma generano serie preoccupazioni riguardo alle conseguenze per la stabilità nella regione.
Non solo la Russia avverte l’accerchiamento e gli sforzi per minare l’influenza della Russia nella regione, ma teme
anche conseguenze imprevedibili e incontrollate che colpirebbero seriamente gli interessi di sicurezza russi. Gli esperti ci dicono che la Russia è particolarmente preoccupata del fatto che i forti contrasti esistenti in Ucraina sull’adesione alla NATO, a cui una gran parte della comunità etnica-russa è contraria, possano provocare una
maggiore contrapposizione, portando con sè violenza o, nel peggiore dei casi, a una guerra civile.
In tale eventualità, la Russia dovrebbe decidere se intervenire; una decisione che la Russia non vuole dover affrontare”.
Perché gli Stati Uniti hanno persistito nell’espandere la NATO nonostante tali avvertimenti? Il profitto derivante dalla vendita di armi è stato un fattore importante. Di fronte all’opposizione all’estensione della NATO, un gruppo di neoconservatori e dei massimi dirigenti americani delle industrie degli armamenti costituirono il Comitato
degli Stati Uniti per l’espansione della NATO. Tra il 1996 e il 1998, i maggiori produttori di armi hanno speso 51 milioni di dollari (94 milioni di dollari oggi) in attività di lobbying e altri milioni in contributi elettorali.
Con questa prodigalità, l’espansione della NATO divenne rapidamente un affare fatto, dopo il quale i produttori americani di armi hanno venduto miliardi di dollari di armi ai nuovi membri della NATO.
Finora, gli Stati Uniti hanno inviato attrezzature militari e armi in Ucraina per un valore di 30 miliardi di dollari, con aiuti totali all’Ucraina superiori a 100 miliardi di dollari. La guerra, è stato detto, è un racket, altamente redditizio per pochi eletti. L’espansione della NATO, in sintesi, è un fattore chiave della militarizzazione della politica estera degli Stati Uniti, caratterizzata da unilateralismo con tanto di cambiamenti di regime e di guerre preventive.
Le guerre perdute, quelle più recenti in Iraq e in Afghanistan, hanno prodotto massacri e ulteriori confronti, una dura realtà creata dall’America stessa. La guerra Russia-Ucraina ha aperto una nuova arena di confronto e massacro.
Questa realtà non è interamente opera nostra, ma potrebbe benissimo essere la nostra rovina, a meno che non ci dedichiamo a costruire un accordo diplomatico che fermi le uccisioni e disinneschi le tensioni.
Come americani ed esperti della Sicurezza Nazionale, esortiamo il presidente Biden e il Congresso a usare la pienezza del loro potere per porre fine rapidamente alla guerra Russia-Ucraina attraverso la diplomazia, soprattutto in considerazione dei gravi pericoli di un’escalation militare che potrebbe innestare una spirale fuori controllo.