La presentazione degli aspiranti candidato sindaco di PD, Laboratorio Civico e Viviamo Ivrea diventa occasione di entusiasmo
Sala Santa Marta è stracolma e insufficiente ad accogliere la quantità di persone intervenute, giovedì sera 23 febbraio, alla presentazione pubblica dei tre aspiranti alla candidatura a sindaco per la coalizione PD, Laboratorio Civico e Viviamo Ivrea.
In gran parte “l’Ivrea della politica” insieme a una significativa rappresentanza di “cittadinanza attiva”, un po’ di persone curiose e, ovviamente, anche qualche elettore delle destre venuto a misurare gli avversari.
Pochi minuti per la presentazione di ciascun candidato che, come deciso con un sorteggio, parlano nell’ordine in cui compariranno nella scheda delle primarie di questa domenica 26 febbraio: Francesco Comotto (Viviamo Ivrea), Enrico Giacopelli (Laboratorio ivico Ivrea), Matteo Chiantore (Partito Democratico).
Comune il programma della coalizione (frutto di un confronto iniziato nel giugno scorso fra le tre forze insieme al Movimento 5 Stelle di Ivrea) che prospetta una città più attenta alla giustizia sociale, alla sostenibilità e alla partecipazione, che sappia riconquistare la leadership territoriale (valorizzando la propria storia e la propria posizione, a cominciare dal fatto di essere sito Unesco) e che riorganizzi la propria struttura comunale per riuscire a realizzare i progetti di rilancio.
Diverse le presentazioni dei tre aspiranti candidati: Comotto si propone a partire dalla sua esperienza amministrativa e punta alla prospettiva di “governo”, dopo l’esperienza di sindaco a Settimo Rottaro e dieci anni di opposizione al Comune di Ivrea, Giacopelli fa leva sulla sua attività di architetto e sul lavoro svolto per la valorizzazione delle architetture olivettiane, Chiantore ritiene di essere “la persona giusta per guidare il rilancio della città” anche per la sua esperienza quale avvocato che si occupa molto di problemi degli enti locali.
Oltre due ore di domande su diversi temi (dall’elettrificazione della ferrovia e gli effetti che comporterà la sopraelevazione della galleria sotto piazza Perrone al progressivo calo demografico che la città vive, dal nuovo ospedale allo sportello stranieri chiuso, dagli spazi che mancano per la vita culturale e civile al commercio, dalla funzione del centro storico alla fusione dei Comuni, solo per citarne alcuni) e risposte inevitabilmente lunghe perché replicate, talvolta con accenti diversi, da ciascun aspirante candidato sindaco.
“Una scelta obbligata dai tempi” e “comunque si svolgono in luoghi diversi” le risposte all’osservazione sul fatto che la concomitanza delle “primarie di coalizione” con le primarie per l’elezione del segretario nazionale del PD possa favorire Chiantore.
Senza risposta, invece, la domanda, sul finire della serata, sul perché, dopo mesi di confronto sul programma (tra PD, Laboratorio Civico, Viviamo Ivrea e Movimento 5 Stelle) da tutti definito proficuo e positivamente concluso, non siano riusciti poi a trovare un candidato sindaco comune e siano ricorsi alle “primarie di coalizione”, tagliando fuori, di fatto, il Movimento 5 Stelle.
Condivisione, infine, in chiusura di serata, dell’osservazione di Gabriella Colosso (consigliera comunale del PD) sul limite rappresentato dall’assenza di una donna fra i tre aspiranti candidati sindaco in queste “primarie di coalizione” eporediesi.
Due considerazioni a margine.
Un po’ di politica, per favore!
Al di là della modalità dello svolgimento della presentazione di giovedì scorso degli aspiranti candidato sindaco (con le risposte di ciascuno a ogni domanda su questioni della città e su un programma che viene definito condiviso), c’è stato un grande assente nella serata: la politica.
D’accordo che due delle formazioni della coalizione sono liste civiche e d’accordo sul fatto che si parlava di elezioni a Ivrea, ma proprio per il ruolo da tutti rivendicato di città di riferimento per un territorio e per la dimensione culturale e civile (di gran lunga superiore a quella demografica) storicamente avuta, ci si sarebbe aspettato almeno un passaggio su temi quali la guerra (il giorno dopo c’è stata la manifestazione cittadina per la pace), il lavoro precario e malpagato, l’estensione della povertà e il forsennato attacco ai poveri.
Sembrava di essere all’incontro di presentazione di liste civiche in un qualsiasi paesino, non a Ivrea.
Certo, nei ragionamenti intorno al futuro di Ivrea i valori della solidarietà, dell’apertura e della partecipazione sono stati ampiamente declinati, ma due parole nette contro i “valori di riferimento” di un’amministrazione comunale delle destre che si vuole mandare a casa, non sarebbero state fuori luogo. Tanto più che su questi, alla fine, volenti o nolenti, si giocheranno i risultati delle elezioni anche comunali.
Attenzione alla “tranquilla supponenza”
A vedere giovedì scorso [23 febbraio n.d.r.] la sala Santa Marta piena e i grandi manifesti in città con le foto di ciascuno degli aspiranti candidati sindaco della coalizione (definitasi nell’incontro di “centrosinistra), si può essere portati a credere che sia cosa fatta: il “centrosinistra” è unito, il candidato unitario si saprà questo lunedì 27 febbraio, le destre sono divise e senza un candidato unitario, fra un paio di mesi si voterà e tornerà all’opposizione l’attuale maggioranza che ha sostenuto un’amministrazione che è un effetto del declino della città, al quale ha attivamente contribuito.Ovviamente non è affatto così. Prima di tutto perché la coalizione, al momento, non è riuscita neppure a mettere insieme tutta l’opposizione in consiglio comunale, mentre è sempre successo che le destre sembrino prima divise, ma si presentino poi sempre unite (e la mossa di Sertoli di confermare comunque la sua candidatura a sindaco, da solo o con FdI, Lega e FI, alla fine potrebbe avere una funzione riunificante e meno bizzarra di quanto sembri). Senza contare poi il “volume di fuoco” che le destre potranno utilizzare sfoderando pezzi da novanta del governo nazionale e di quello regionale (comincia Forza Italia venerdì prossimo con il ministro per la Pubblica Amministrazione per sostenere la candidatura di Piccoli).
Al momento in cui scriviamo non si sa quale sarà la partecipazione alle “primarie di coalizione”, ma una partecipazione alta, insieme al buon risultato a Ivrea del PD alle elezioni politiche di settembre scorso, potrebbero alimentare quella “tranquilla supponenza” che si dimostrò tanto autolesionista cinque anni fa, quando il PD, forte del risultato del primo turno, rifiutò “l’apparentamento” con la coalizione che candidava sindaco Comotto, con il risultato di perdere le elezioni per un pugno di voti.
Andrea Bertolino e ƒz