Mostre, incontri e spettacoli a trent’anni dall’assedio di Sarajevo. Una ferita ancora aperta.
In occasione dell’annuale torneo internazionale giovanile di basket “Canestri senza reti”, che torna dopo due anni di stop, l’Associazione sportiva Lettera 22 ha organizzato un programma di iniziative dal titolo “Sarajevo 1992-2022“, per unire i giovani attraverso i valori dello sport.
In collaborazione con Ivrea Capitale Italiana del Libro 2022.
Dal 14 al 16 dicembre, presso Spritz, in via 4 martiri, mostra fotografica “Mirare Sarajevo 1992 – 2022“, fotografie di Mario Boccia e Luigi Ottani, a cura di Roberta Biagiarelli.
Orario di apertura: dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.
Allo ZAC! giovedì 15 dicembre alle 18,30 il racconto fotografico Shooting in Sarajevo, incontro con Luigi Ottani, Roberta Biagiarelli e Azra Nuhefendic, modera Paolo Cossavella.
A seguire proiezione del video fotografico di Alessandro Franzetti.
Sabato 17 dicembre alle ore 11 presso officine ICO, via Jervis, Ivrea, inaugurazione della mostra Shooting in Sarajevo, foto di Luigi Ottani, a cura di Roberta Biagiarelli.
La mostra resterà aperta fino a fine gennaio 2023.
Due appuntamenti sono previsti per gli studenti del Liceo Gramsci di Ivrea.
Il 15 dicembre alle ore 10 per gli studenti di Scienze umane La fioraia di Sarajevo, incontro con Mario Boccia e Azra Nuhefendic, a seguire proiezione del video fotografico di Alessandro Franzetti.
Il 16 dicembre sempre alle ore 10, per gli studenti dell’indirizzo sportivo, Le stelle che stanno giù, incontro con Azra Nuhefendic e Roberta Biagiarelli, modera Paolo Cossavella, a seguire proiezione del video fotografico di Alessandro Franzetti.
Il ricco programma fa da contorno alla serata del 14 dicembre al Teatro Giacosa dove è andato in scena Pazi Snaiper, attenzione cecchino, con l’attrice e autrice Roberta Biagiarelli, che da anni segue le vicende dei Balcani cui aveva già dedicato nel 1998 lo spettacolo A come Srebrenica e nel 2005 il documentario Souvenir Srebrenica, finalista anche ai David di Donatello.
Shooting in Sarajevo è anche un libro fotografico, Bottega errante edizioni, che raccoglie gli scatti di Luigi Ottani a cura di Roberta Biagiarelli, ma è anche un libro di testimonianze e ragionamenti di: Jovan Divjak, generale simbolo della resistenza; Azra Nuhefendić, giornalista; Gigi Riva, giornalista; Mario Boccia, reporter del conflitto; Carlo Saletti, storico.
In chiusura la mappa dei nidi ricostruita per la prima volta a formare una rete spaventosa di postazioni dei cecchini.
La strada che va dal ponte Skenderija al ponte Vrbanja, passando sulla sponda sinistra del fiume Miljacka, è la più breve via per raggiungere dal centro città il quartiere Grbavica. Percorrevo questa strada ogni giorno, tornando a casa, e continuavo a percorrerla nei primi giorni di guerra, nell’aprile 1992. La zona è aperta, soleggiata, a destra scorre il fiume Miljacka e a sinistra ci sono le falde del monte Trebević con le basse case famigliari circondate dai giardini. All’inizio di aprile a Sarajevo ci furono le prime vittime. Così abbiamo saputo che i cecchini e l’artiglieria erano già posizionati sui monti intorno alla città. A mezzogiorno, per la paura, le vie della città si svuotavano, e tornando a casa incontravo poca gente, talvolta nessuno…
Azra Nuhefendić, giornalista
F.C.