Risposta alla lettera aperta Non mi sento “sbagliata” di Cristina Bona al Presidente del Centro Aiuto alla Vita di Ivrea, Nino Maruelli
Grazie per la sua lettera, mi spiace di averla infastidita con la mia asserzione che l’aborto per le donne è un dramma.
Mi fa piacere che, nel suo caso, la mia asserzione sia confutabile. Lei ha avuto a fianco una persona con cui ha condiviso la decisione, non avete fatto una interruzione di gravidanza perchè costretti o indotti dall’ideologia corrente che spaccia l’intervento abortivo come un contraccettivo.
Che sia un dramma per la donna lo dicono medici che hanno studiato molti casi, e le donne con le quali noi del CAV entriamo in contatto.
Il mio intervento era focalizzato sulla libertà della donna di decidere, libertà negata sovente da povertà, solitudine, insicurezza del futuro, coercizione da parte del maschio o dei parenti e, quando non ci sono queste avversità c’è l’ideologia che veicola come libertà il pensare come piace ad alcuni.
Io maschio, mi permetto di parlare delle donne perchè la mission della associazione che rappresento è “sostenere le donne nel portare a termine la gravidanza desiderata e nella crescita dei figli fino a tre anni.
Attualmente sosteniamo 6 donne in gravidanza e 103 famiglie con bambini fino a tre anni. I volontari sono sia di sesso maschile che femminile, in età di pensione e oltre ma attivi nonostante gli acciacchi.
Come vede scrivo dalla mia e-mail personale. La responsabilità del mio pensiero è mia e non posso parlare per altri che lei appella come miei sodali.
Grazie comunque del suo appunto, ne terrò conto, e della sua reazione. Ha notato che in sala non c’è stata altra reazione nonostante Mons. Bettazzi avesse chiaramente detto “discutiamone”, peccato, il confronto delle idee è sempre arricchente.
Cordiali saluti
Nino Maruelli