I primi avvisi di garanzia per le violenze nel carcere di Ivrea nel 2015 e 2016
L’articolo compare su La Stampa del 22 settembre, con il titolo “Il carcere delle torture“. e il carcere a cui si riferisce è quello di Ivrea.
I fatti però risalgono a ben sette anni fa, per la precisione al 2015 e al 2016: una decina di pestaggi a danno di alcuni detenuti. Ad aver ricevuto, dopo un tempo che pare infinito, un avviso di garanzia dalla Procura di Torino sarebbero venticinque, tra agenti, medici e detenuti reticenti, con l’accusa di lesioni e falsi aggravati.
Fatti simili a quelli denunciati nel 2020 nel carcere di Santa Maria Capua a Vetere, alle Vallette di Torino e prima, nel 2017, a Ferrara (nel 2021 la prima condanna).
“Antigone – sottolinea l’avvocata Simona Filippi, che per l’associazione segue il contenzioso legale – era venuta a sapere di diversi casi di presunte violenze e aveva presentato alcuni esposti alla Procura di Ivrea, territorialmente competente, anche a seguito delle denunce presentate dal Garante comunale della città piemontese. Nei mesi successivi – sottolinea Filippi – abbiamo registrato un sostanziale immobilismo da parte della Procura eporediese che portò a ben due richieste di archiviazione a cui ci opponemmo.( vedi varieventuali 4//2020) Proprio a seguito di quello che, a nostro rilievo, era un mancato esercizio dell’azione penale, chiedemmo l’avocazione delle indagini al Procuratore generale presso la Procura di Torino che, a due anni di distanza, avrebbe emanato questi avvisi di Garanzia”.
E Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, ribadisce “Anche se i fatti in oggetto, se confermati, si riferiscono pienamente alla fattispecie di tortura questo reato non è stato contestato poiché non ancora presente nel codice penale al momento della presentazione degli esposti e dell’apertura delle indagini. Fortunatamente oggi questo reato c’è e ci consente di perseguire pienamente chi commette questi crimini, nonostante ci sia ancora chi ritiene che sia di impedimento ai poliziotti nello svolgimento del proprio lavoro, tanto da avanzare la richiesta di abolizione o ampia modifica della fattispecie penale. In attesa che si giunga alla verità processuale, speriamo presto per evitare prescrizioni, in questo momento di campagna elettorale chiediamo a tutte le forze politiche di esprimersi intorno a questo e, soprattutto, rispetto a quello che deve essere la pena in una società democratica” .
Anche il Comitato per la Prevenzione della Tortura (CPT), in un suo rapporto pubblicato a seguito di una visita svolta nell’aprile del 2016, aveva segnalato le violenze che sarebbero avvenute nel carcere di Ivrea. Lo stesso aveva fatto il Garante nazionale delle persone private della libertà personale a seguito di una visita del novembre 2016 (varieventuali gennaio 2017).
Nella pagina sui processi seguiti da Antigone, presente sul sito dell’associazione, ci sono ulteriori dettagli sui tre procedimenti penali che si riferiscono al carcere di Ivrea. Antigone, associazione “per i diritti e le garanzie nel sistema penale”, è nata alla fine degli anni ottanta nel solco della omonima rivista contro l’emergenza promossa, tra gli altri, da Massimo Cacciari, Stefano Rodotà e Rossana Rossanda. E’ un’associazione politico-culturale a cui aderiscono prevalentemente magistrati, operatori penitenziari, studiosi, parlamentari, insegnanti e cittadini che a diverso titolo si interessano di giustizia penale.
Simonetta Valenti