I Comuni li utilizzano per eliminare le erbacce dai bordi delle strade. Un gruppo di persone coordinato dal circolo Legambiente Dora Baltea ha cominciato a porsi degli interrogativi e vorrebbe che venissero banditi
L’arrivo della primavera porta con sè le belle giornate, un po’ di pioggia, un clima da gelato da passeggio, ma soprattutto il risveglio della natura: alberi con gemme, animali che escono dal letargo e fiori nei prati.
Puntalmente, tuttavia, con l’avvio della primavera i bordi delle strade si tingono di arancione, un segno inconfondibile dell’ormai consolidata e rituale “lotta alle erbacce” mediante diserbanti. Questa pratica si è sviluppata con queste modalità negli ultimi anni, a detta dei Comuni, per far fronte al problema della sicurezza stradale attraverso un impegno economico più contenuto e per poter quindi ridurre i costi del personale stradale. Il prodotto maggiormente usato è a base di “glyphosate” o glifosato.
Cos’è il glifosato?
Il glifosato è uno degli erbicidi più diffusi in campo agricolo, principio attivo del prodotto commerciale Roundup, di cui la multinazionale Monsanto ha detenuto il brevetto di produzione fino al 2001. Ad oggi, risulta essere il diserbante più utilizzato al mondo in agricoltura, anche in Italia. La relazione dell’Agenzia per la ricerca sul cancro (Iarc) che fa capo alle Nazioni Unite, e pubblicata sulla rivista The Lancet Oncology, lo ha definito “probabilmente cancerogeno” per l’uomo. A una conclusione diversa è giunta invece l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) che nel novembre 2015 ha sostenuto “improbabile che il glifosato costituisca un pericolo di cancerogenicità per l’uomo”.
La complessità dell’argomento ha portato l’Unione Europea a chiedere all’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa) di verificare l’eventuale tossicità del prodotto. L’Agenzia è giunta alla conclusione di non poter classificare il prodotto come cancerogeno per mancanza di prove scientifiche, ma ne ha ribadito la sua pericolosità per quanto riguarda il rischio di poter causare seri danni agli occhi e di essere tossico per flora e fauna negli ambienti acquatici.
L’iniziativa Europea
Il dibattito attorno al glifosato è ancora lontano dal giungere ad una conclusione, ma come erbicida può presentare dei seri rischi per l’ambiente. Per questa ragione, l’8 febbraio è cominciata una raccolta firme europea (qui il link) promossa da una coalizione numerosa di associazioni impegnate nella difesa dell’ambiente e della salute in 15 paesi per chiedere alla Commissione Europea di vietare l’erbicida in questione dai territori europei. Per far sì che questa vada a buon fine, l’iniziativa dei cittadini europei deve essere sottoscritta da almeno un milione di cittadini (su 510 milioni totali) residenti in almeno 7 dei 28 paesi che fanno parte dell’Unione europea, nel giro di un anno. A giugno scorso la Commissione europea ha dovuto sopperire alla mancanza di decisione dei 28 paesi europei prolungando in modo unilaterale, per 18 mesi, l’autorizzazione all’erbicida glifosato, quindi fino al 31 dicembre 2017.
Il gruppo canavesano
La buona riuscita di questa campagna non mira solo all’eliminazione di un prodotto chimico, ma è inserita nel più ambizioso progetto di veder realizzata un’agricoltura sostenibile. Per questa ragione si è formato un gruppo di lavoro all’interno del circolo di Legambiente Dora Baltea finalizzato ad un approfondimento della questione e al raggiungimento di determinati obiettivi, tra i quali, in primis, il coinvolgimento delle amministrazioni comunali affinchè si esprimano su questo tema. Il circolo non ritiene motivato il risparmio in termini economici a fronte della dispersione di sostanze chimiche dannose o poco rispettose dell’ambiente e vorrebbe che i Comuni adottassero nuove soluzioni come, ad esempio, l’utilizzo di prodotti consentiti dall’agricoltura biologica o la pulizia dei cigli delle strade tramite sfalcio meccanico o manuale.
In occasione della Festa di Primavera alla Polveriera del 2 aprile sarà presente un primo banchetto dedicato al tema, per coloro che volessero aderire a questa iniziativa di sensibilizzazione; anche l’8 aprile, allo ZAC d’Ivrea è previsto un banchetto informativo.
Andrea Bertolino