30 marzo 2017 – 40° anniversario della Giornata della Terra in Palestina
I palestinesi in tutto il mondo il 30 marzo celebrano la Giornata della Terra, una ricorrenza importante, che risale al 1976, quando migliaia di persone, cittadini palestinesi in Israele si riunirono per protestare contro l’espropriazione di altra terra palestinese in Galilea. Scoppiarono duri scontri con la polizia israeliana, durante i quali sei palestinesi vennero uccisi, a centinaia feriti e arrestati.
Il ricordo di quel giorno di resistenza popolare contro il sionismo e le sue politiche coloniali divenne la Giornata internazionale della Terra palestinese.
Oggi come sappiamo l’occupazione e l’usurpazione di terre israeliane continua in disprezzo dell’art. 49 della convenzione di Ginevra del 12 agosto 1949 che recita: “La potenza occupante non potrà procedere alla deportazione o al trasferimento di una parte della sua propria popolazione civile nel territorio da essa occupato” . Questo significa che tutti gli insediamenti israeliani nei Territori Occupati sono illegali secondo la legge internazionale.
E’ del febbraio scorso l’approvazione da parte del Governo israeliano di una legge che legalizza 4000 case in decine di avamposti coloniali (considerati prima illegali dalla stessa legge israeliana). La pallida politica dell’Unione Europea ha post posto un incontro con Israele dopo questa notizia. A questo dato si aggiunge la successiva autorizzazione di Israele alla costruzione di 6.000 case nelle colonie in Cisgiordania e a Gerusalemme est (accorpata unilateralmente da Israele al proprio stato). “E’ una rivoluzione” ha commentato Bennet (leader del partito dei coloni), e con ragione avendo Israele emesso queste decisioni in due settimane! Critiche sono pervenute dalle Nazioni Unite dove il segretario generale Gutierres parla di “atto fuorilegge”.
Il voto della Knesset apre la strada alla estensione della sovranità israeliana alla Cisgiordania, l’apartheid, avvertono anche diversi israeliani, è dietro l’angolo, mentre, la leadership palestinese è debole, balbetta, non è in grado di elaborare una strategia politica degna di questo nome, minaccia il ricorso alla Corte Costituzionale se Europa e USA non faranno la loro parte – cosa che non fanno, come amaramente commentava Hana Ashrawi storica portavoce palestinese durante la prima Intifada e la Conferenza di Madrid “Il colpo più duro è l’atteggiamento internazionale verso tutto questo”.
Le strategie israeliane sulla terra non si fermano ai continui insediamenti su terra palestinese, ma procedono con continue demolizioni di case, ricoveri di animali e scuole, distrugge olivi e colture agricole. Il 28 marzo le forze israeliane hanno demolito due case a Issawiya (presso Gerusalemme) lasciando 8 persone (bambini e adulti) senza tetto sulla testa, il giorno successivo, senza preavviso a Jabel Mukaber demolizione di altre due case: 14 palestinesi di cui 10 bambini sfollati! Israele adduce la ragione degli abbattimenti a costruzioni senza licenza, ma Israele rifiuta di dare licenze in moltissimi luoghi e casi.
Dall’inizio del 2017 perlomeno 12 case palestinesi e numerose strutture commerciali e agricole sono state demolite dalle forze israeliane. Sono stati emessi ordini di demolizione contro 200 case. E nell’ultimo mese 3 giovani palestinesi uccisi, esecuzione extragiudiziaria di un capo di Hamas a Gaza e alcuni feriti!
Intanto, Jeff Halper, l’israeliano che con altri connazionali aiutava i palestinesi a ricostruire le case abbattute è in carcere, motivo: appoggia il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni contro Israele: azioni che disturbano e preoccupano parecchio Israele.
Rosanna Barzan, Centro Documentazione Pace Ivrea
dati e immagini da © Agenzia stampa Infopal
A Torino giovedi 30 marzo ore 17 – 18,30
via Po angolo via Carlo Alberto
Punto informativo BDS
– campagna “Io non compro HP”
– campagna Stop Technion e altre iniziative