“La mancanza di un grande sforzo di analisi rigorosa della cultura, del senso comune, dei riflessi condizionati mentali degli europei ha fatto sì che l’antisemitismo sia rimasto una presenza inquietante nel mondo postbellico e post-Shoah, per quanto sempre condannato in modo solenne” (Roberto Finzi, Breve storia della questione antisemita, Bompiani)
Il progetto del docufilm Shalom, nato all’interno dell’ANPI provinciale di Biella, fortemente sentito dai suoi ideatori e autori, si propone di far conoscere il tema della presenza di Ebrei sfollati dalle loro città, durante la Lotta di Liberazione, che hanno trovato rifugio nel territorio biellese, in particolar modo collinare e montano.
Fra le fonti principali della narrazione è il libro “Per violino solo – la mia infanzia nell’aldiqua (1938 -1945)” di Aldo Zargani, storia della sua famiglia, che si allontanò dalla città di Torino nei tempi bui delle leggi razziali e delle deportazioni.
Mario Zargani, Primo violino al Teatro Regio della città, venne licenziato e ospitato in una casa di Bioglio con la moglie Eugenia Tedeschi, mentre i figli Aldo e Roberto, in un primo tempo, furono nascosti nel collegio dei Salesiani di Cavaglià.
Durante la sua latitanza a Bioglio scendeva dalla frazione di Rio (localmente Urì) al Cottolengo, dove le Suore gli fornivano il cibo. Salvate le loro vite, a fine guerra, ritornarono a Torino.
A questa vicenda, conclusasi positivamente fa da contraltare la conclusione tragica della sorella di Mario, Lina Letizia che, rifugiata nel vicino paese di Ronco Biellese fu catturata insieme a Leone Davide Lattes, con cui condivideva la latitanza. Entrambi furono catturati nei primissimi giorni della Resistenza, il 20 settembre del 1943. Deportati ad Auschwitz, non ne fecero più ritorno.
Il docufilm ripercorre, avvalendosi della rilevante ricerca storica e fotografica, della ricchezza di testimonianze e del taglio sia cronachistico sia artistico voluto dagli autori, le tappe della famiglia Zargani alla ricerca della salvezza, mentre intorno a loro avveniva una delle più gravi atrocità mai perpetrate. Un racconto corale che, attraverso le voci narranti, le interviste, le testimonianze inedite, le immagini e le riprese di luoghi che fecero da sfondo di vicende, riporta vicende fittamente collegate fra di loro anche attraverso le figure di chi, rischiando la sua stessa vita, aiutò, nascondendo alle ricerche, chi avrebbe avuto come destino la deportazione nei campi di sterminio.
Biella, 25 aprile 2022