Indispensabile la riaffermazione dei principi democratici e antifascisti, ma il vero problema è la rappresentanza di chi in questi anni si è impoverito e un governo che non “regala” nulla al mondo del lavoro.
La manifestazione di sabato 16 ottobre di Cgil, Cisl e Uil, a Roma, rappresenta l’indispensabile risposta al grave assalto alla sede nazionale della Cgil, avvenuto a margine della protesta no-vax e no-pass del 9 u.s., da parte di un manipolo di squadristi guidati dai fascisti di Forza Nuova.
Non si è trattato di un episodio isolato né tanto meno casuale, dove il tema del green pass è stato usato come pretesto: in un clima che ricorda l’epoca dei forconi – in un contesto diverso, se possibile peggiore dal punto di vista sociale – si cerca di “spostare” a destra un malessere che cova da tempo e che la pandemia ha alimentato, con l’aumento delle diseguaglianze che si è portata dietro.
Questo crogiuolo di fenomeni non va sottovalutato: come sempre non basta preoccuparsi della gestione dell’ordine pubblico, ma serve scandagliare cosa si muove in strati marginali, ma non solo, della società, che oggi trova alcune parole d’ordine unificanti a ridosso del vaccino anti-Covid.
Tra l’altro il sindacato aveva proposto l’obbligo vaccinale, come soluzione preferibile rispetto al green pass, e quindi anche in quel caso non sarebbero mancate le contestazioni.
Il vero problema è la rappresentanza politica e sociale di chi in questi anni si è impoverito, e come emerge anche dal voto – e soprattutto dal non voto – amministrativo la sinistra non rappresenta più né figure “tradizionali” come gli operai, né tutti coloro che in questi anni hanno subito processi di disgregazione sociale.
E chiaro che il sindacato, e la Cgil in particolare, rappresenta ancora un baluardo contro qualsiasi tentativo di deriva autoritaria e fascisteggiante, e in quanto tale viene individuato come obbiettivo simbolico. Ma è altrettanto evidente che, insieme alla riaffermazione dei principi democratici e antifascisti, occorre prendere le misure – ma anche le contromisure – rispetto ad un Governo che al mondo del lavoro non sta “regalando” niente.
Federico Bellono