Nell’incontro con le organizzazioni sindacali il presidente dell’Inps Pasquale Tridico ha confermato quanto già detto in commissione lavoro della Camera: niente clausola sociale per l’internalizzazione del servizio. A rischio centinaia di lavoratori in Comdata e Network Contacts. Le OOSS di Comdata proclamano sciopero nazionale per lunedì 27, ma solo della commessa Inps.
Non ci si poteva aspettare altro nell’incontro del 21 settembre tra vertici Inps e forze sindacali. Il presidente Tridico l’aveva già detto chiaro alla commissione lavoro della Camera: il rientro in Inps del servizio di call center oggi svolto da Comdata e Network Contacts non implica l’automatica assunzione (clausola sociale) di tutte le operatrici e gli operatori impegnati sulla commessa. L’Inps conferma che procederà con una “selezione pubblica”, dove verrà assegnato un punteggio all’esperienza in servizi di call center di pari complessità, ma non priorità a quanti già oggi lavorano per Inps.
L’internalizzazione del servizio telefonico di assistenza clienti porterà anche al taglio degli operatori che passeranno dagli attuali 3.309 a circa 3.000. Come nelle esternalizzazioni quindi anche l’internalizzazione produce centinaia di “esuberi”. “Parliamo di persone che nel periodo più buio della pandemia hanno prestato un servizio preziosissimo – ricordano i sindacati, e aggiungono – E’ inammissibile che proprio la committenza pubblica stia contribuendo ad affossare la clausola sociale. Non è più tollerabile barattare l’internalizzazione in quanto tale con le garanzie per le persone.”
Per paradosso infatti nei passaggi di commessa fra privati è d’obbligo la clausola sociale mentre per il rientro di un’attività da azienda privata a ente pubblico la clausola sembra non obbligatoria. Questo è quanto afferma il presidente Tridico dopo, dice, essersi confrontato con i ministeri di pertinenza, Lavoro e Funzione Pubblica, e con organismi di controllo statali che affermano la “inammissibilità di forme di riassorbimento automatico del personale”. Le organizzazioni sindacali rivendicano invece la clausola sociale non solo come atto di giustizia, ma come atto dovuto per legge.
Ma la critica sindacale non si ferma alla mancata applicazione della clausola sociale: “Altrettanto insoddisfacente e poco rassicurante è il percorso di costruzione del bando della selezione che dovrebbe portare all’internalizzazione del servizio. Non c’è la benché minima certezza sugli strumenti che garantirebbero che i selezionati saranno le lavoratrici ed i lavoratori attualmente impegnati sulla commessa. Del tutto elusive le risposte sulle garanzie delle condizioni economiche. A parte un generico impegno sui profili orari non una parola è stata detta dal Presidente sui livelli e l’anzianità contrattuale. Per non parlare delle condizioni giuridiche dei contratti (anzianità, articolo 18 Legge 300)“, scrivono le segreterie nazionali di SLC- CGIL, FISTel-CISL e UILCOM
Contro la posizione dell’Inps le segreterie nazionali insieme al Coordinamento Unitario delle RSU hanno deciso:
- la proclamazione di una giornata di sciopero per l’intero turno per lunedì 27 settembre.
- una giornata di sciopero per l’intero turno, in data da definirsi, con manifestazione a Montecitorio dove verranno pubblicamente invitati i “capigruppo” di tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento a confrontarsi pubblicamente da proclamarsi entro il mese di ottobre.
- di definire un percorso di mobilitazione dell’intero settore dei call center contro ogni tentativo di riportare migliaia di lavoratrici e lavoratori in uno stato di precarietà lavorativa ed esistenziale permanente.
- di richiedere un incontro urgente a Comdata e Network Contacts sulle condizioni di lavoro.
La situazione a Ivrea
Nella sede di Ivrea sono 175 i lavoratori sulla commessa INPS (dato Inps). “Se si verificasse l’ipotesi in cui la commessa rientrasse presso il fornitore e gli operatori rimanessero in capo all’azienda fornitrice si creerebbe un problema strutturale di notevole entità.“, denunciano le Rsu di Comdata Ivrea, e per questo esortano “E’ necessario ripartire con le iniziative e misurarci anche tra noi Lavoratori, dimostrare la tenacia e la voglia di mantenere il posto di lavoro che abbiamo e nessuno ci ha regalato. E’ tempo di tornare a lottare per non farci sfilare questa occupazione, che per quanto complicata, atipica e a volte invisibile, ci permette di mantenere le nostre famiglie.“.
Ricordiamo che Comdata ha rinnovato per un ulteriore mese la cassa integrazione (FIS) nella sede di Ivrea (e si può star certi che lo utilizzerà fino ad esaurimento) come segnale di una crisi di fatto già in atto o della volontà di sfruttare i sostegni statali per equilibri di bilancio (ci furono denunce sindacali in passato su questo fronte). Comdata sta infatti utilizzando il Fis fin dall’annuncio shock di 200 esuberi nel dicembre 2018. Quasi un fatto normale e ineluttabile, tanto che all’annuncio dell’ultimo rinnovo di ammortizzatore sociale, non vi è stata alcuna mobilitazione, ma solo una presa d’atto. Oggi invece siamo di fronte ad una importante reazione sindacale, perdere la commessa Inps con il rischio di produrre centinaia di esuberi, può mettere in crisi l’intera azienda. Per questo sarebbe necessaria la dichiarazione di stato di agitazione permanente. E per questo allo sciopero di lunedì 27 dovevano essere chiamati tutti i lavoratori di Comdata e non solo quelli della commessa Inps, sia perché la questione riguarda tutti sia per la dovuta solidarietà fra lavoratori che mai dovrebbe mancare.
Cadigia Perini
Aggiornamento del 29/09/2021: alta l’adesione allo sciopero dei lavoratori della commessa INPS del 27 settembre con punte di oltre il 90%. A Ivrea ha scioperato solo il 37%. “Ci saranno certamente ulteriori iniziative cosicchè anche chi ieri è stato restio nell’aderire potrà dare il proprio contributo”, scrivono le Rsu di Comdata Ivrea nel loro comunicato.
Intanto giusto per rispondere alle preoccupazioni dei lavoratori, nella mattinata di martedì 28 settembre Comdata ha convocato la RSU di Ivrea per comunicare la proroga del FIS per ulteriori 4 settimane (fino al 31/10/2021).