Approvato dalla maggioranza in Consiglio l’interesse pubblico per la realizzazione nell’area di via S. Nazario. Poco chiare le contropartite da parte del costruttore
Dopo un primo rinvio ad aprile, il Consiglio comunale di Ivrea nella seduta del 5 maggio ha approvato il riconoscimento di “interesse pubblico” nella richiesta di un privato per la costruzione di una Rsa (Residenza sanitaria assistenziale) nella zona di via Cardinal Fietta/via S.Nazario.
L’area interessata, di proprietà della società Flecchia, si compone di tre lotti: l’ex parcheggio della Olivetti di San Lorenzo, ora sfruttato dagli utenti dell’Ufficio tecnico del Comune e della scuola media Arduino (6000 mq); gli edifici dell’ex collegio di San Giorgio (3.300 metri quadrati); l’edificio della mensa aziendale Olivetti (1.000 mq), che verrebbero demoliti.
Una prima questione sorta è quella dello strumento urbanistico, visto che tra le tante destinazioni d’uso del Piano regolatore di Ivrea assegnate al terziario nelle aree individuate manca quella in questione, la U3/6.1 Il privato chiede di costruire in deroga al Piano regolatore, mentre l’Ufficio tecnico preferirebbe una variante parziale al Piano regolatore.
Un’altra, più profonda divergenza, riguarda la modalità di individuazione della migliore destinazione per una zona importante della città: è un compito della Amministrazione o si può andare dietro alle richieste interessate di imprenditori privati?
Nel caso specifico stiamo parlando di una Società che possiede gran parte della zona est della città compreso il lago San Michele e le sue adiacenze, che fin’ora ha sfruttato solo a scopo economico diretto, senza, ci sembra, interagire con altri, come il Comune, che potrebbero trovare un utilizzo rivolto alla collettività.
Ivrea è dotata di un Piano Regolatore datato 2004 e da tempo è in corso lo studio per il nuovo Ivrea2030 che però, dopo i primi incontri del 2017 non sembra procedere molto speditamente. L’ultimo aggiornamento, marzo 2020, si riferisce alla proposta di Progetto preliminare di variante al PRGC, che individuava 5 aree di sviluppo in città, tra le quali quella del “Polo edifici pubblici e scolastici” in via Cardinal Fietta. Lì in effetti ci sono già la scuola media Arduino, la scuola elementare Massimo D’Azeglio, l’ex istituto Jervis (chiuso da anni) e i locali dell’Ufficio tecnico comunale
Ora invece la Società Flecchia propone di realizzare una Rsa, senza neanche rischio di impresa visto che verrebbe realizzata solo se la Regione concede l’accreditamento sanitario (le strutture accreditate operano in regime di convenzione con il sistema pubblico e quindi vengono remunerate dal Servizio Sanitario Regionale per le prestazioni a rilievo sanitario), stravolgendo ogni altra ipotesi di utilizzo dell’area e anzi riducendo o annullando l’uso del parcheggio attualmente in uso (gentilmente concesso dalla stessa Flecchia).
La scuola ha una qualche voce in capitolo? Ricordiamo che l’edificio dove ha sede la scuola media Arduino (e il Comune sarebbe ora che cambiasse i segnali stradali che indicano ancora la scuola Leonardo da Vinci dopo 5 anni dal cambio di nome) non ha uno spazio all’aperto dove far muovere, o anche far lezione in tempi pandemici, i ragazzi, non ha una sola aula non occupata da classi (tanto che la biblioteca non esiste più) e l’Ufficio tecnico non vuole cedere alcuni locali confinanti. I ragazzi sono costretti a fare l’intervallo nel recinto asfaltato, anche ufficialmente chiamato “la gabbia”, e basta vederlo per capire come mai. A fianco della “gabbia” la carcassa dell’ex sede del Circolo Ivrea scherma abbandonata a dicembre 2012 per incendio.
Ripensare tutta l’area senza considerare le esigenze anche della scuola sarebbe un grave errore e le vaghe contropartite assicurate da Flecchia in termini di parcheggi, non si sa dove, non sembrano certo sufficienti.
Le opposizioni in Consiglio sulla proposta di parere favorevole si sono astenute (PD e Viviamo Ivrea) o hanno votato contro (M5s). Perinetti, capogruppo Pd, rileva la mancanza di progettualità e di chiarezza da parte del Comune, anche per la variante parziale che nel caso del Movicentro era stata esclusa mentre ora verrebbe attuata. Poi per i parcheggi che non sono stati oggetto di contrattazione e saranno insufficienti.
La delibera manca poi del parere di conformità che è obbligatorio, rileva Comotto di Viviamo Ivrea, e la Regione potrebbe sollevare dei dubbi, visto che questa di certo non è una delibera di puro indirizzo come sostenuto in aula dalla segretaria generale del Comune.
Più netto il giudizio del capogruppo del M5s Massimo Fresc: Abbiamo votato contro questa decisione della Giunta perché convinti che le complesse valutazioni sul futuro dell’area, la garanzia del rispetto dell’interesse pubblico relativamente alla futura viabilità e alla presenza di un numero di parcheggi idonei agli uffici pubblici e alle scuole presenti non siano praticabili seguendo il percorso di costruire in deroga. Una variante permetterebbe invece di coinvolgere in modo adeguato le Commissioni, il Consiglio Comunale e tutti i cittadini, Associazioni e proprietari che avrebbero la possibilità di presentare le loro osservazioni scritte relativamente all’ex area Olivetti.
Certo il progetto permetterebbe di riutilizzare edifici e spazi che da anni giacciono inutilizzati, come molti altri in città e dintorni, come il convento di Montenavale, l’ex Camera di commercio, casa Molinario, l’auditorium La Serra, il complesso della Castiglia, l’ex Istituto Jervis, il pub /discoteca sul lago san Michele, l’albergo Nord in C.so Nigra, l’area ex Rosari e Varzi in via dei Mulini.
Ma la proprietà privata si sa che, come quella dei vaccini, non si può toccare. Anche solo al parlarne sembra di far peccato. Al massimo possiamo sperare che si proponga di riqualificarsi da sola ma almeno verifichiamo che effettivamente a guadagnarci sia anche la città, oltre al proprietario.
Francesco Curzio