È un 8 marzo strano, ambivalente, questo 8 marzo 2021
Amaro, perché ad un anno esatto dall’inizio del lockdown di pandemia tutto sembra essere stato vano. Oggi tutte le scuole di ogni genere e grado in provincia di Torino e buona parte del Piemonte chiudono nuovamente e mettono i nostri figli in DAD; ci sembra quindi vano aver perso o aver dovuto rivoluzionare totalmente il nostro lavoro, vano aver limitato le nostre libertà personali per dare una possibilità al sistema sanitario di rialzare la testa, vani i lunghi mesi passati a casa dai nostri bambini e ragazzi, davanti agli schermi di un pc, di un tablet, di un telefonino, cercando di fare scuola nonostante tutte le privazioni. Siamo di nuovo qui, un intero anno solare è trascorso, l’emergenza non è finita e ancora si ritiene che la chiusura delle scuole, presidio di cultura civile, sociale e sanitaria, sia la soluzione più spendibile.
Amaro perché non c’è ancora una reale trasparenza sui numeri dei contagi, non è chiaro quante classi sul nostro territorio fossero già in quarantena prima che ne fosse decretata la chiusura generale, non è chiaro quanti contagi siano ascrivibili al mondo della scuola, non è chiaro come stia procedendo la campagna vaccinale del personale scolastico, che pure sta concentrando da settimane grandi sforzi proprio per mettere in sicurezza tutti i lavoratori del sistema educativo.
Amaro perché basta leggere le statistiche dell’ultimo anno, 1 milione di nuovi poveri in più causati dalle conseguenze della pandemia, oltre 600 mila posti di lavoro andati in fumo e di questi oltre il 60% sono lavoratrici, donne. Un dato Istat eclatante dice che nel solo dicembre 2020 su 101mila posti di lavoro persi, 99mila erano posti di lavoro femminili. Un buco nero, una voragine personale e sociale, dietro quei numeri asettici e spaventosi ci sono storie di persone.
Amaro perché non si intravede ancora una fine, oggi ci dicono che le chiusure scolastiche sono previste fino al 20 marzo, ma la Pasqua è lì che strizza l’occhio dietro l’angolo e sappiamo bene quanto sarà grande la tentazione di chi ci governa e regge di prolungare questo tempo di distanza e di cautela… già si comincia a parlare di Piemonte in zona rossa tra una settimana.
C’è però una nota di fondo dolce in tutto questo. La sensazione è che la misura sia colma per tanti, che questo ennesimo “pacco regalo” che viene fatto alle famiglie, ai bambini, alle donne madri e lavoratrici (sulle quali ricade come sempre nella storia il peso maggiore del lavoro di cura e assistenza) non verrà accettato tacitamente questa volta. Questa volta c’è voglia di tornare a parlare di diritti, di prendere posizione, di ricominciare a dire di no. Come già avvenuto da tempo in tante città d’Italia, anche ad Ivrea, su iniziativa di alcune donne madri e lavoratrici, si sta aggregando il nucleo che fa riferimento a Priorità Alla Scuola, movimento nazionale e locale che da tanti mesi organizza iniziative a sostegno della scuola in presenza. Il movimento abbraccia genitori, studenti, insegnanti, lavoratrici e lavoratori della scuola che insieme vogliono fare quadrato e puntare l’attenzione sulla scuola, così lungamente maltrattata negli anni e che oggi viene utilizzata come facile capro espiatorio della diffusione del virus.
In poche ore si sono messe in moto decine di persone e il gruppo di discussione ha superato già le cento persone. C’è molta rabbia, delusione, stanchezza, senso di abbandono e di ingiustizia. Vogliamo che queste emozioni e questo disagio diffuso diventino una voce ampia e polifonica che si muove in modo intelligente e coordinato a sostegno di ciò che di più caro abbiamo: il futuro dei nostri figli e quindi il nostro futuro.
Facciamo in modo che questo 8 marzo sia l’inizio di una nuova primavera di consapevolezza e di energia collettiva, al di là dei singoli problemi e individualismi possiamo (e dobbiamo) ritrovarci insieme e lottare per una scuola che sia davvero inclusiva e salutare per tutta la società.
A breve comunicheremo le iniziative che Priorità Alla Scuola – Eporedia organizzerà sul territorio a sostegno della sua missione prioritaria.
Per Pas Eporedia (Priorità alla scuola Eporedia)
Silvia Biava, Sara Monte, Francesca D’Angelo