L’Osservatorio Migranti, in dialogo con Comuni, Consorzi, cooperative e associazioni del territorio, farà quanto nelle sue possibilità e capacità perché i prossimi bandi per l’accoglienza siano gestiti dagli Enti Locali e prevedano un’accoglienza inclusiva
Il nostro territorio sta ancora pagando le sciagurate scelte del primo governo Conte, quando il ministro degli Interni impose i deprecati decreti, poi trasformati in legge, che snaturavano gli SPRAR (Servizio Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) e rendevano i CAS (Centri accoglienza Straordinaria) servizi di bassissima ospitalità senza alcuna funzione inclusiva.
Oltre all’insulto ai migranti, considerati passibili di una “vita sospesa” in attesa di nessun diritto, il danno è stato fatto anche al nostro territorio e si è materializzato soprattutto nelle scorse settimane: operatori delle cooperative che hanno perso il lavoro, riduzione della spesa in loco per affitti e generi di sopravvivenza.
Il paradosso raggiunge livelli altissimi se si pensa che la promessa salviniana di ridurre gli irregolari è fallita: rarissimi i rimpatri e aumento degli irregolari grazie alla abolizione della “protezione umanitaria”. Non solo, paradossale è anche aver “costretto” gli enti locali ad abbandonare il ruolo di gestori, regolatori, controllori dell’accoglienza realizzata da cooperative e associazioni non sempre dotate di competenze adeguate. Paradossale aver, di fatto, accentrato la gestione, da parte di un esponente che, a parole, dice di esaltare le autonomie locali.
Il successivo governo ha corretto solo parzialmente i guasti provocati e, in particolare, nelle scorse settimane, abbiamo assistito agli effetti di coda dei sciagurati decreti-leggi precedenti.
Nel 2017 si era avviato un percorso positivo con la presa di responsabilità dei Comuni, attraverso i loro Consorzi socio assistenziali InReTe e CISS AC, non è che mancassero le criticità, ma il percorso era nella giusta direzione e sarebbe progredito con buoni risultati per i richiedenti protezione e per le comunità. Comunità bisognose di inserimenti di persone giovani, motivate, portatrici di speranze e capaci di investire nel proprio e nostro futuro.
I decreti maledetti hanno disconosciuto quel lavoro (di operatori, cooperative, amministratori, funzionari, volontari, ecc). Hanno preteso che l’accoglienza fosse vitto, alloggio e vita sospesa.
Molti, in tutt’Italia, non ci sono stati. La gestione è tornata in capo alle Prefetture (la nostra sta a Torino e si occupa dell’intera provincia). Avevamo già sperimentato i limiti, diffetti, carenze di quella organizzativa. Era quella che aveva prodotto l’Hotel Ritz, l’Hotel Eden. Così ci capiamo
Che fare? Per noi è chiaro: riportare gli Enti Locali, le comunità locali alla responsabilità e ruolo attivo nella gestione di un servizio e lavoro, difficile ma necessario, anzi indispensabile.
Crediamo siano maturate ancor di più, negli amministratori locali, due consapevolezze: la non evitabilità del fenomeno migratorio e la opportunità di non esserne esclusi dalla gestione, come spettatori passivi, ma avere un ruolo attivo nella gestione.
L’Osservatorio Migranti, in dialogo con Comuni, Consorzi, cooperative e associazioni del territorio, farà quanto nelle sue possibilità e capacità perché i prossimi bandi per l’accoglienza siano gestiti dagli Enti Locali e prevedano una accoglienza inclusiva. Nell’interesse di tutti, person migranti e locali, perché è possibile crescere insieme.
Osservatorio Migranti
persone e associazioni per la difesa dei diritti
e delle potenzialità dei richiedenti asilo e protezione