Federico Bellono (della segreteria Cgil di Torino) sul ruolo del nuovo governo rispetto al mondo del lavoro, l’occupazione e la precarietà.
Credo che sia prematuro dare un giudizio “sindacale” sul nuovo governo, così come ritengo ragionevoli tutte le preoccupazioni che sono per buona parte anche mie. Poco utili sono invece i pregiudizi.
Questo è il governo con cui dobbiamo fare i conti, quello precedente è stato affossato per debolezze proprie e per evitare il consolidarsi di un asse PD-Cinquestelle, per quanto precario e pieno di contraddizioni.
Paragonare sbrigativamente Draghi a Monti mi sembra sbagliato, non solo per il diverso profilo dei due, quanto per il differente contesto socio-economico: l’urgenza non sono i tagli ma la programmazione dei fondi che arriveranno con il Recovery Fund, oltre alla gestione della pandemia e soprattutto del piano vaccinale, sperando che le Regioni di centrodestra vengano stoppate nell’acquisto autonomo dei vaccini così come è bene facciano poca strada idee avventate come la gestione delle vaccinazioni dei lavoratori da parte delle imprese.
Orlando al Lavoro, Giorgetti alle Attività produttive, Brunetta alla Pubblica Amministrazione, Bianchi all’Istruzione: una compagnia alquanto composita con cui dovremo confrontarci. Unica nota ad oggi degna di attenzione: Orlando ha subito incontrato le parti sociali, e i sindacati per primi. E si dovrebbe andare verso un’ulteriore proroga del blocco dei licenziamenti.
La mia è una visione semplicistica?
Dipende che cosa uno si aspetta da questo governo, se si riteneva meglio andare al voto…. io non lo penso, ho trovato chiaro e condivisibile il discorso di Mattarella.
Siamo in una situazione normale?
Evidentemente no. Per lo meno da un anno, e le prospettive sono alquanto incerte. Le persone vivono male e nella più totale incertezza, e le diseguaglianze sono aumentate. Anche il sindacato fa fatica – come anche prima della pandemia, peraltro – benchè eviterei l’errore di non dare il giusto peso ad alcuni fatti che altrove non si sono verificati: il blocco dei licenziamenti, un’estensione mai vista prima degli ammortizzatori sociali e i protocolli per il contenimento dei contagi, conquistati un anno fa a suon di scioperi e che hanno dato un ruolo attivo ai rappresentanti dei lavoratori delle aziende. Ci sono dei buchi neri enormi su cui il precedente governo ha dato di sé una pessima prova e che sono tutt’ora all’ordine del giorno: scuola, sanità, trasporti. Nelle dichiarazioni in Parlamento ci sono anche spunti interessanti, come sulla transizione ecologica, ma è bene non farsi illusioni. Forse tra un paio di mesi saremo in grado di dare un giudizio più preciso, e mettere in campo tutte le iniziative necessarie, compatibilmente con la situazione imposta dalla pandemia. Nel frattempo cerchiamo di non restare immobili, anche sul territorio: la povertà aumenta, le crisi sono tante e quando verrà tolto il blocco dei licenziamenti si moltiplicheranno anche in Canavese. Varrebbe anche la pena non liquidare con troppa facilità progetti che occorre meglio comprendere come Icona, e difendere esperienze importanti come lo Zac sotto attacco da parte della giunta di centrodestra di Ivrea.
Federico Bellono