Il 22 gennaio 2021 è entrato in vigore il “Trattato di messa al bando delle armi nucleari” (TPNW), approvato il 7 luglio 2017 dall’Assemblea dell’ONU e ratificato da oltre 50 Stati (come richiesto dal Trattato per la sua entrata in vigore), l’Italia non è fra questi. Un contributo di Norberto Patrignani
L’Unione degli Scienziati Per Il Disarmo (USPID) è un’associazione di scienziati e ricercatori costituita nel 1983 con l’obiettivo di fornire informazione ed analisi su controllo degli armamenti e disarmo, incluse quelle relative all’impatto ambientale ed ai costi umani dello sviluppo e della diffusione degli armamenti.
I membri dell’USPID ritengono che questo compito sia un imperativo morale e di responsabilità sociale degli scienziati.
Venerdì 22 Gennaio 2021 l’USPID ha festeggiato con un evento speciale, dove sono intervenuti oltre 200 scienziati e ricercatori, questa giornata, una data epocale.
Infatti entra in vigore il Trattato internazionale per la Proibizione delle Armi Nucleari. Da oggi la bomba atomica, oltre a essere immorale, è anche illegale. Finalmente si passa dal trattare della “sicurezza degli stati” a parlare della sicurezza degli esseri umani e di tutto il pianeta. Il nuovo trattato mette fuorilegge persino il solo “minacciare” l’uso delle armi nucleari!
Questo storico risultato arriva dopo tanti anni di lotte e manifestazioni, seminari e convegni di tante associazioni di tutto il mondo, in Italia raccolte sotto l’ombrello “Rete italiana pace e disarmo“. Solo un esempio a Torino: il “Centro Studi Sereno Regis“, storico riferimento per pace, ambiente e sostenibilità. Tra i suoi sostenitori molti ricorderanno Nanni Salio (1943-2016), scienziato e uomo di pace tra le voci più autorevoli dei movimenti italiani. Un bel ricordo: un intervento insieme negli anni ’80 del secolo scorso a una delle feste di Rosse Torri alla “polveriera” di Ivrea.
Giusto e doveroso ricordare uno dei grandi divulgatori scientifici italiani, Pietro Greco (1955-2020), uomo di scienza recentemente scomparso che da sempre ha sostenuto queste lotte, ad esempio, con il suo famoso libro “La fisica ha conosciuto il peccato“.
Infatti la contraddizione è evidente: molti scienziati e Premi Nobel hanno contribuito allo sviluppo di questi strumenti di morte. Non tutti. Al tempo del progetto Manhattan per lo sviluppo della bomba atomica, il grande fisico italiano Franco Rasetti (1901-2001) decise di non collaborare. Eppure anche lui era uno dei “ragazzi di Via Panisperna” insieme a Fermi. Va ricordato che moltissimi degli scienziati che hanno collaborato al progetto della bomba atomica, purtroppo usata a Hiroshima e Nagasaki nell’agosto del 1945, o sono morti per le conseguenze delle radiazioni assorbite oppure si sono pentiti.
Tra le associazioni internazionali va ricordata la Pugwash, una organizzazione non-governativa, con sede in Canada, il cui scopo principale è quello di sostenere la compatibilità dello sviluppo scientifico con l’equilibrio geopolitico e pacifico internazionale. Nata dal famoso “Manifesto Einstein-Russell” del 1955 contro le armi nucleari (“Ricordatevi della vostra umanità, e dimenticate il resto“), sostenuta dai più grandi scienziati internazionali, ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace nel 1995.
L’energia dell’atomo ha una lunga storia iniziata con l’estrazione di minerali fissili dalle viscere della terra, un “ciclo” che forse non avremmo mai dovuto aprire e che forse riusciremo a chiudere con grandi difficoltà. L’era che stiamo vivendo, il cosiddetto Antropocene, dove il destino della Terra è nelle mani degli umani, simbolicamente viene fatta iniziare il 16 Luglio 1945 con la prima esplosione atomica nel deserto del New Mexico negli Stati Uniti. Un evento paragonabile alla scoperta del fuoco: una sola bomba può causare decine di milioni di morti. Nel 2021 si contano purtroppo oltre 4000 testate “operative”, ovvero pronte all’uso.
La speranza è che le future generazioni possano vedere solo nei musei pezzi (non radioattivi) di missili smantellati. Questo richiederà ancora del tempo e ancora molte lotte. Per ora festeggiamo questa giornata.
E l’Italia ha firmato questo trattato? No. Eppure secondo una recente indagine condotta da “YouGov” l’87% degli italiani sarebbe favorevole all’adesione dell’Italia allo storico trattato. Italia, Olanda, Belgio, Germania e Turchia sono, tra i paesi della NATO, quelli che ospitano sul loro territorio ordigni statunitensi.
C’è ancora molto lavoro da fare per convincere il governo italiano e tutti i paesi del mondo a sottoscrivere questo trattato di importanza fondamentale per il futuro dell’umanità e del pianeta.
Cosa si può fare? Ad esempio organizzare degli incontri di informazione e dibattiti in tutte le scuole, sviluppare un pensiero critico sugli armamenti nucleari, proiettare film (“Dottor Stranamore” del 1964, “Into ethernity” del 2010, solo per citarne alcuni).
Per concludere in leggerezza con Rodari (nel centenario della nascita):
Ci sono cose da non fare mai,
né di giorno né di notte,
né per mare né per terra:
per esempio, la guerra.
Norberto Patrignani