Il 2020 si era chiuso con la cancellazione di diverse fermate ferroviarie sul territorio canavesano e il 2021 si apre con apparenti, insormontabili problemi legati al trasporto scolastico. GTT parla di “potenziamento”, ma con i nuovi bus non si copre nemmeno il servizio ordinario. I pendolari, intanto, hanno raccolto più di 2000 firme
Il 2021 è cominciato all’insegna della confusione e dell’incertezza per gli studenti, i pendolari e in generale per tutti i fruitori del servizio di trasporto pubblico locale eporediese e canavesano, sia che si tratti di treni o di autobus.
L’introduzione del nuovo orario invernale ferroviario lo scorso 13 dicembre era stato inaugurato all’insegna della cancellazione di diverse fermate in alcuni comuni canavesani (Borgofranco, Caluso, Montanaro, Strambino), ma sul finire del 2020 Trenitalia aveva preferito correre ai ripari e “mettere una toppa” sulle fermate della stazione di Borgofranco, ripristinandole temporaneamente almeno fino all’estate 2021.
Come se non bastasse dal 1° gennaio la tratta ferroviaria Canavesana Sfm1 (passata da GTT a Trenitalia) ha aperto il 2021 con un rincaro sulle tariffe dei biglietti fino al 60%: il biglietto da Rivarolo a Torino è passato da 3,40€ a 4,30€, mentre da Chieri a Rivarolo il cambio è stato da 3,60€ a 5,90€. L’assessore piemontese Marco Gabusi, intervistato dalla Stampa, alla domanda “c’era modo di intervenire?” ha risposto: «è un adeguamento corretto, si allinea con le tariffe degli altri treni regionali». Insomma: nessun responsabile, nessun colpevole, è solo un automatismo.
La speranza che il nuovo anno potesse portare “buone nuove” è stata presto disattesa anche sul versante del trasporto pubblico locale su gomma; le scuole superiori, infatti, si preparano ad una caotica riapertura in Piemonte prevista per il 18 gennaio al 50% senza un adeguato trasporto scolastico.
Le notizie sono tante, apparentemente sconnesse tra di loro; scendere un po’ più nel dettaglio potrà essere utile per capire che, in fin dei conti, siamo di fronte a diverse sfaccettature di un quadro generale del trasporto pubblico locale costantemente eroso nella qualità del servizio.
Il trasporto scolastico su gomma e quello “specchietto per le allodole” delle sei nuove coppie di corse
Il 5 gennaio l’Agenzia della mobilità piemontese ha presentato ai presidi delle scuole del territorio un piano di servizio del trasporto pubblico locale con dati e studi aggiornati a dicembre. Un piano giustamente definito dalla Sentinella “datato” e che ben restituisce l’idea delle difficoltà e dell’approssimazione con cui l’Agenzia della mobilità affronta una questione cruciale per centinaia di famiglie del territorio e che rischia di replicare la stessa identica situazione d’inizio settembre, con le fermate e i bus affollati.
Va detto: sciogliere il nodo delle presenze al 50% o al 75% non è un ostacolo di facile soluzione, soprattutto se si considera il grado di autonomia che le singole scuole esercitano nella scelta degli ingressi e delle uscite scaglionate; ma leggere nel comunicato della GTT “a partire da lunedì 18 gennaio, con la ripresa delle scuole di secondo grado in presenza, GTT offrirà ai clienti un servizio potenziato: più autobus e più corse per garantire a tutti di viaggiare nel rispetto delle norme anticontagio che prevedono una capienza massima a bordo mezzi del 50%” sa tanto di “specchietto per le allodole”, se non proprio di presa in giro. Quello che viene trionfalmente annunciato come un potenziamento (per l’Eporediese si parla di sei coppie di autobus, peraltro già con 7-8 anni di servizio alle spalle) in realtà non è nemmeno lontanamente sufficiente a coprire il numero di corse ordinarie, ovvero quelle che sarebbero previste sulla carta, ma che nella realtà vengono disattese. Basti pensare che a Ivrea, durante le festività (dal 2 al 5 gennaio, ovvero con le scuole chiuse), sono saltate dalle 80 alle 100 corse. Puntualmente, inoltre, si verificano situazioni paradossali: autobus guasti e vetusti fermi nel parco mezzi, ritardi, autisti fermi in attesa che si liberi un veicolo, personale “obbligato” agli straordinari pur di non lasciare le persone a piedi. Se dal 2010 ad oggi, inoltre, i sindacati hanno registrato una riduzione del servizio di quasi il 30% di quale potenziamento stiamo parlando?
Più di duemila firme per ripristinare le fermate ferroviarie soppresse
Sul versante ferroviario la situazione non è migliorata dalla fine dell’anno appena terminato ma, se non altro, cittadini e amministrazioni locali stanno tentando di esercitare la dovuta pressione affinché gli assessorati valdostani e piemontesi giungano a dei correttivi favorevoli a tutti quanti. Ha raggiunto quota 2.083 la petizione promossa da Massimo Juglair (dell’Associazione Pendolari Stanchi VDA) che chiede l’immediato ripristino delle fermate, l’apertura di un tavolo di concertazione con le associazioni dei pendolari e l’impegno delle Regioni Piemonte e Valle d’Aosta per la valorizzazione della linea Torino-Chivasso-Ivrea-Aosta. Un risultato che supera le aspettative e che va a sommarsi alla presa di posizione deliberata dai consigli comunali di Caluso, Mercenasco e d’Ivrea (la delibera eporediese è stata votata all’unanimità durante il consiglio comunale del 28 dicembre).
La fotografia del trasporto locale che emerge da queste notizie è al contempo sconcertante e sconfortante in quanto restituisce l’idea di un territorio all’interno del quale l’assalto ai servizi pubblici è stato sdoganato al punto da riuscire a spacciare qualche autobus in più come un “potenziamento”. Al di là di questi sotterfugi mediatici lo sconforto maggiore deriva dal fatto che le Battaglie politiche, quelle con la B maiuscola, hanno lasciato il posto a “scontri di posizione al contrario”; piccole battaglie combattute metro per metro, solo che invece di avanzare si continua ad arretrare, a indietreggiare. E ogni metro perso corrisponde a una corsa in autobus che non rivedremo più, a una fermata del treno persa per sempre. Sì, per sempre, perché obbligare studenti e lavoratori a ripiegare sull’acquisto di un mezzo privato (un’automobile, uno scooter…) vuol dire perdere irrimediabilmente un potenziale fruitore del servizio.
Andrea Bertolino