Martedì 7 marzo 2017 ore 15.00, 17.10, 19.20, 21.30
Mercoledì 8 marzo 2017 ore 15.30, 18.00
(La settimana del carnevale le proiezioni sono sospese)
regìa Gianni Zanasi / soggetto Gianni Zanasi / sceneggiatura Gianni Zanasi, Michele Pellegrini, Lorenzo Favella / fotografia Vladan Radovic / musica Niccolò Contessa / montaggio Rita Rognoni / scenografia Roberto De Angelis / costumi Grazia Colombini / interpreti Valerio Mastandrea, Hadas Yaron, Giuseppe Battiston, Filippo De Carli, Camilla Martini, Maurizio Donadoni, Teco Celio, Daniele De Angelis, Maurizio Lastrico, Paolo Briguglia, Domenico Diele / produzione Pupkin Production, IBC Movie, Rai Cinema / origine Italia 2015 / distribuzione BIM / durata 1 h e 57’
scheda filmografica 21
Bravo e infallibile, Enrico Giusti è l’intermediario di punta di una compagnia che acquista società in crisi per poi risanarle (anche in modo doloroso). Le sue certezze e il suo distacco vanno però in crisi quando deve occuparsi di un’azienda ereditata da due ragazzini.
Dopo aver divertito seriamente con Non pensarci (2007), Gianni Zanasi riunisce ben tre attori di quel film, Valerio Mastandrea, Giuseppe Battiston e Teco Celio per questa storia drammaticamente leggera e attraversata dall’ironia in souplesse del protagonista. La felicità complessa del titolo la si raggiunge solo quando si riesce a ribaltare la nostra vita, liberandoci di un passato che può essere ingombrante (…) e di un presente fatto di compromessi e di una progressiva perdita di spontaneità e fantasia. Nonostante il suo cognome, Enrico scopre che di giusto nel suo tirare a vivere c’è ben poco. Non ha l’anima dello squalo, nonostante le sue riconosciute capacità dialettiche, e lo dimostra il fatto che quando persone pure come la ex fidanzata del fratello e i due orfani entrano nella sua esistenza, ne rimane progressivamente conquistato. Meno compatto e organizzato di Non pensarci, il film di Zanasi ha dalla sua una freschezza scapigliata che lo rende molto simpatico. Fondamentale in questo l’apporto di Valerio Mastandrea (senza dimenticare il bravissimo Giuseppe Battiston, figlio in crisi del boss della compagnia Teco Celio) che ha fatto della recitazione sotto le righe il suo marchio di fabbrica. Senza di lui il carattere di Enrico Giusti non sarebbe riuscito così bene. E tra i tanti tuffi sbagliati nel lavoro il suo improvviso lancio in piscina è un colpo di scena che ricorderemo.
(Valerio Guslandi)
Nella più bella scena d’amore vista quest’anno i protagonisti non si baciano, anzi non si toccano e a dire il vero non toccano neppure le lenzuola, ma per scoprire come fanno bisogna vedere La felicità è un sistema complesso, il nuovo film di Gianni Zanasi (…). Uno di quei lavori imperfetti e toccanti, bizzarri e lontani da ogni moda, che richiedono un pizzico d’attenzione in più ma ripagano lo spettatore accompagnandolo per un pezzo dopo la visione. La storia in sé è abbastanza complicata, ma alla fine conta poco. Contano i sentimenti aggrovigliati (cioè autentici) che la accompagnano, e che il film dipana con l’ironica grazia già dimostrata da Zanasi in Non pensarci. (…) Su questa trama insieme limpida e bislacca, Zanasi e i suoi eccellenti attori allestiscono un sorridente e a tratti esilarante ‘mystery’ interiore fatto di figli senza padri e di buffoni senza più Re, in cui tutti prima o poi devono fare i conti con le bugie che raccontano a se stessi.
(…) Zanasi si conferma uno dei nostri pochi registi ancora capaci di raccontare con finezza i gruppi, le famiglie, le società.
(Fabio Ferzetti)