Un collettivo di genitori a Montalto chiede alla scuola di uscire il più possibile dalle aule
Il mondo della scuola, la stessa che tutti i giorni occupa le pagine dei giornali in relazione alle misure di contenimento della pandemia con sostenitori della dad (didattica a distanza) contro quelli della scuola in presenza, polemiche sui turni, sui trasporti, sui banchi, sulle mascherine, sui tamponi, ecc.ecc., il mondo della scuola appunto, ricco di persone appassionate e propositive, spesso offre esperienze divergenti e innovative.
Perché non ribaltare le restrizioni date dalla pandemia per far compiere alle attività scolastiche un salto in avanti che ne ampli le possibilità e permetta un nuovo rapporto anche con l’ambiente circostante?
A Montalto Dora il collettivo “Un paese per una scuola aperta”, formato da genitori di ragazzi delle scuole elementari e medie e nato questa estate, dopo il lungo lockdown e prima di una riapertura piena di incognite, si è attivato per dare un sostegno alla scuola e aiutarla ad andare oltre questo momento di difficoltà, a non rassegnarsi alla didattica via schermo, verificando innanzitutto la sofferenza psicologica che una scuola così mutilata provoca sui ragazzi.
La fortuna di vivere in un territorio ricco di spazi aperti e bellezze naturali e di associazioni locali disponibili a collaborare è stata quindi la molla per lanciare la proposta di una “scuola all’aperto”, che non vuol dire semplicemente trasferire l’aula nel giardino della scuola, che comunque ha un suo significato, ma sfruttare l’ambiente circostante per le molte attività scolastiche che ne trarrebbero giovamento e che invece in aula sono compresse.
La realtà della scuola è molto complessa e molte le responsabilità ma il Collettivo nota che: “Le moltissime circolari, direttive, prescrizioni che nella ripartenza della scuola proliferano per la sicurezza (sanitaria) del corpo studenti e insegnanti, non abbassano lo sguardo sullo specifico della realtà della scuola montaltese, ma soprattutto dettano procedure e riportano norme, con poca attenzione al sostegno psicologico, all’emotività, alle paure e ai dubbi, alle necessità di ascolto e al bisogno di rassicurazione e conforto (di studenti, insegnanti e famiglie) che sono invece la base effettiva sulla quale tentare di configurare una nuova normalità che, insieme alle prescrizioni e alle modalità tecniche e operative, provi a tentare un percorso che dalla situazione contingente, tragga vantaggio e stimolo per un altro tipo di scuola… che in realtà da qualche parte già c’è.”
D’altronde questa spinta all’attenzione non solo alla sicurezza ma anche alla salute dei ragazzi nel suo complesso è presente anche nel Documento Ministeriale per la pianificazione delle attività scolastiche educative e formative in tutte le Istituzioni del Sistema nazionale di Istruzione per l’anno scolastico 2020/2021 (dal Decreto 26/6/2020) nel quale si afferma che “la ripresa delle attività deve essere effettuata in un complesso equilibrio tra sicurezza, in termini di contenimento del rischio di contagio, benessere socio emotivo di studenti e lavoratori della scuola, qualità dei contesti e dei processi di apprendimento e rispetto dei diritti costituzionali alla salute e all’istruzione. Centrale, pertanto, sarà il ruolo delle singole scuole, accompagnate dall’Amministrazione centrale e periferica e dagli Enti locali, nel tradurre le indicazioni nello specifico contesto di azione, al fine di definire soluzioni concrete e realizzabili tenendo in considerazione il complesso scenario di variabili (gradi di istruzione, tipologia di utenti, strutture e infrastrutture disponibili, dotazione organica, caratteristica del territorio etc)”.
La prima attività del Collettivo è stata il lancio di una petizione sul canale Change, che dal 30 novembre ad oggi ha raccolto già 170 firme, rivolta alla Dirigente dell’Istituto Comprensivo Ivrea 2, mentre l’incontro pubblico con la popolazione e le associazioni di Montalto, previsto il 20 ottobre, è stato rimandato alla prima data possibile. Dal 9 dicembre sarà invece riattivato il pedibus, il servizio di accompagnamento a piedi dei ragazzi a scuola, che era stato sospeso a marzo, con la collaborazione della Protezione civile e con il dovuto distanziamento. Il Collettivo si è dotato inoltre di una pagina facebook, dove può essere contattato.
La proposta è quindi rivolta alla Direzione e al corpo docente, perché favoriscano e incoraggino le attività all’aperto, le uscite naturalistiche, le attività sportive e la coltivazione di orti didattici , ma anche agli altri genitori e alle associazioni di Montalto per accompagnare la scuola in questo percorso.
Altre iniziative in tale direzione sono già state intraprese in altre scuole del territorio e fondamentale nel raggiungere obbiettivi concreti sarà la disponibilità delle Direzioni Scolastiche, che spesso eccedono nell’interpretare nel modo più restrittivo le norme riguardanti autorizzazioni e assicurazioni, così di fatto bloccando ogni iniziativa, e dei singoli Comuni, proprietari nella maggior parte dei casi degli edifici scolastici. Facilitare lo svolgimento di lezioni all’aperto vuol dire anche approntare spazi sufficienti e ombreggiati, spazi che attualmente non esistono neanche per le ricreazioni, come in alcuni plessi di Ivrea.
Montalto, in questo senso, parte avvantaggiata.
Francesco Curzio