La Fondazione Guelpa non si tira indietro ma pone il problema della sostenibilità economica e organizzativa dell’intero comparto culturale
Approderà lunedì 2 novembre in Consiglio comunale, convocato in videoconferenza, con una mozione firmata da tutte le opposizioni, la questione della completa riqualificazione della Biblioteca civica, da anni ospitata negli angusti spazi di Piazza Ottinetti.
Della necessità di dotare la città di una biblioteca moderna e funzionale si parla ormai da 15 anni (il lascito di Lucia Guelpa anche a questo era destinato) e nel 2017 un apposito e approfondito convegno “Cantiere delle idee” con esperti e studiosi era stato promosso dall’allora Presidente della Fondazione Guelpa Daniele Jalla con l’assessore Andrea Benedino, ma il tragitto sembrava essersi arenato. Nel maggio di quest’anno, a seguito di una mozione M5S approvata all’unanimità il Comune si è impegnato a far redigere studi comparativi sulle varie scelte possibili per la realizzazione del progetto e il 29 settembre, sempre su richiesta delle opposizioni, è stata appositamente convocata la Commissione cultura per discutere dell’argomento.
In questa sede è stata presentata un’analisi comparativa tra l’ipotesi di trasferimento della Biblioteca nel Palazzo Giusiana, ex sede del tribunale in via dei Patrioti, con quella nell’edificio “ex Cena” adiacente alla biblioteca attuale, previo abbattimento e rifacimento dell’edificio attuale, chiuso da tempo. Il risultato punta decisamente sulla seconda strada, visti i costi maggiori della prima e la non rispondenza della struttura di Palazzo Giusiana per una destinazione come la Biblioteca, scelta che ha anche il parere contrario della Soprintendente di Torino Luisa Papotti per le caratteristiche dell’edificio.
Il costo ipotizzato è di circa 6 milioni (l’ipotesi Palazzo Giusiana costerebbe 3 milioni in più) ma il risultato non si fermerebbe certo a un semplice ammodernamento della Biblioteca. Già nel corso del convegno del 2017, era emerso chiaramente che oggi le biblioteche si sono trasformate in poli culturali, con caratteristiche polivalenti, ibride, in grado di diventare centro di attività e di partecipazione, coordinarsi con altre attività culturali e museali, essere motore di socialità e di attrazione, con aperture lunghe e servizi vari. Un progetto certamente complesso e che richiede il coinvolgimento della cittadinanza già nella sua progettazione e non si esaurisce certo nella semplice edificazione di un edificio. E’ un lungo percorso che deve individuare i bisogni dei cittadini, non solo quelli già fruitori della biblioteca ma tutti i potenziali beneficiari, creando così nuovi fruitori e senso di appartenenza. Un progetto certamente ambizioso.
Ora la discussione arriverà in Consiglio comunale e i nodi andranno affrontati: come finanziare il progetto senza prosciugare completamente la Fondazione Guelpa, che a tutt’oggi è indispensabile per sostenere, per esempio, anche la gestione del Museo Garda?
E poi. E’ in grado quest Amministrazione di imbastire un percorso culturale e partecipativo che faccia da supporto alla nascita di un polo culturale così innovativo?
Sul primo punto la Fondazione Guelpa ha prodotto un lungo documento che illustra le prospettive a breve e lungo periodo della Fondazione partendo dalla previsione di esaurimento del capitale nell’arco di 15 anni continuando nelle modalità attuali di mero finanziamento delle attività culturali del Comune oppure, in caso di utilizzo “straordinario” del capitale (leggi biblioteca) esaurimento entro 5 anni.
Da qui la necessità, argomentata nel documento, di modificare radicalmente l’utilizzo delle risorse della Fondazione per costituire dei progetti di cofinanziamento insieme a partner pubblici (Regione, enti bancari, fondi europei) e soggetti privati per rafforzare i soggetti culturali del territorio con l’intento di “garantire nel tempo il sostegno per lo sviluppo delle organizzazioni e con l’obiettivo di favorire un cambio di paradigma che per il futuro guardi alla costruzione di sistemi di “antifragilità” del comparto culturale territoriale”.
Il percorso non è facile e sicuramente richiede una visione che non si limiti ai soliti tempi brevi della politica locale e non solo.
Per il momento comunque la Fondazione Guelpa ha approvato, oltre alla variazione di Statuto con la nomina del Presidente da parte del Consiglio Comunale, anche un impegno economico di 1,7 milioni di euro sulla biblioteca, che comprendono la progettazione della demolizione dell’immobile “ex Cena” e demolizione dello stesso, la progettazione preliminare dell’intero polo culturale e la messa in sicurezza con certificazione antincendio dell’intera biblioteca.
La Fondazione quindi potrebbe finanziare l’operazione, ma avverte: attenti, così non si va lontano, o si mette in piedi un’operazione di coinvolgimento del territorio e delle istituzioni per rendere stabile la sostenibilità, economica ma non solo, del polo culturale o entro pochissimo tempo avremo solo delle scatole vuote e ingestibili.
Una sfida quindi al tempo stesso impegnativa, ma in grado di allargare lo sguardo a una prospettiva che vada oltre l’asfittico orizzonte del declino e dell’impoverimento culturale.
Ivrea in un tempo non lontano ha saputo uscire dal tranquillo e spesso soporifero destino di città provinciale, ma sappiamo che la straordinarietà di quel periodo d’oro non si può ricreare. Ora, anno 2020, è difficile immaginare uno slancio di creatività e di capacità di coinvolgimento e partecipazione da parte di una Amministrazione che proprio su questi terreni ha mostrato, per dirla con un eufemismo, un certo disinteresse.
Aprire su questo tema un dibattito concreto e un tavolo di lavoro finalizzato sarebbe già un primo passo.
Francesco Curzio