Martedì 31 gennaio (attenzione agli orari proiezioni): ore 14,50, 17.10, 19.30, 21.50
Mercoledì 1 febbraio: ore 15.30, 18.00
Titolo originale / regìa Brian Helgeland / soggetto dal libro Notorious: The Immortal Legend of the Kray Twins di John Pearson / sceneggiatura Brian Helgeland / fotografia Dick Pope / musica Carter Burwell – La canzone “Whole Lotta Love” è di Duffy / montaggio Peter McNulty / scenografia Tom Conroy / costumi Caroline Harris / interpreti Tom Hardy (Ronald Kray/Reginald Kray), Emily Browning, David Thewlis, Christopher Eccleston, Chazz Palminteri, Taron Egerton, Duffy, Sam Spruell, Tara Fitzgerald, Colin Morgan, Paul Anderson, Joshua Hill, Nicholas Farrell, Adam Fogerty, Mel Raido, Millie Brady, Chris Mason, Stephen Thompson / produzione Working Title Films, Cross Creek Pictures / origine Norvegia, Gran Bretagna 2015 / distribuzione 01 Distribution / durata 2 h e 11’
scheda filmografica 17
La vera storia dell’ascesa e della caduta dei famigerati gangster Reggie e Ronnie Kray nella Swinging London degli anni Sessanta. Insieme, i gemelli Kray conquistarono la città, ma il loro legame e il loro impero vennero minati da violente lotte di potere e da una donna, in un crescendo di follia.
Tra i parti gemellari del cinema, l’attore con il doppio ruolo (una volta ci si stupiva), pratica in voga nei mélo di Bette Davis e De Havilland, fino agli Inseparabili Irons, questo del 38enne Tom Hardy è eccezionale. Domina, violenta, il film. Lui (…) in Legend è identico ma diverso, è i due gemelli Reggie e Ronnie Kray (…). Sono «bravi ragazzi» alla Scorsese, storia vera supportata da leggende, ma facile da risolvere come dilemma psicofamiliare: un’occhiata di Freud, una telefonata di Lacan, una seduta con Recalcati, avrebbero risolto. Sono gli opposti, lati bipolari della stessa infelicità (la madre totem), maxi complesso odio amore gestito con accento cockney. (…) Vedere come Tom Hardy gestisce in tuta psicologica mimetica i due caratteri, mutando occhi, peso e mani, come davvero fosse uno solo, è uno straordinario effetto-affetto speciale. Impressionante per capacità di mutare a vista, per le doppie sfumature e il coraggio di affrontare dopo Locke (solo in auto, col cellulare), un’altra scommessa. È lo strepitoso valore aggiunto di un gangster movie vintage, scintillante di orrori sparsi nell’inconscio di Hardy.
(Maurizio Porro)
Brian Helgeland non sarà Mann o Scorsese, ma ha dalla sua uno degli interpreti più carismatici, intensi e metodici del panorama: Tom Hardy. Affermare che l’attore sia il fulcro vitale dell’opera non è un’esagerazione: non solo è la Leggenda del titolo, ma addirittura si sdoppia per vestire i panni dei gemelli Kray, noti criminali dell’East London anni ’60, regalandoci due performance al prezzo di una, antitetiche ma complementari. Con Reggie, ci svela il suo lato più sentimentale, quasi bondiano nell’eleganza e nella (fragile) fierezza dell’essere duri e intoccabili; poi, abbiamo Ron, omosessuale schizofrenico: Hardy si arma di protesi mascellare e cambia tonalità di voce, marcando il territorio con degli sguardi stralunati un po’ autoparodia e un po’ inquietudine, esagerazione espressiva e ansia.
(…) Il regista gestisce la narrazione con limpida nitidezza senza mai perdere il ritmo, e lo show è garantito non solo dagli improvvisi scatti di violenza e dalle scazzottate (particolarmente euforica è quella che vede i gemelli azzuffarsi con foga), ma anche da un costante umorismo che contribuisce a bilanciare gli squarci più dark e drammatici. Qualcuno vi dirà che la sceneggiatura vacilla per superficialità (soprattutto nella descrizione del contesto storico in cui si ambienta la pellicola), che spesso Ron tocca le vette del gigionismo più spinto e che a latitare è un approccio autoriale sul racconto: hanno tutti ragione, ma credeteci quando vi diciamo che trovare una pellicola che scorre esplosiva e senza fatica per 131 minuti filati non è un’impresa facile. Helgeland, in tutto questo, raggiunge fieramente l’obiettivo: creare uno spettacolo così godibile e cool da lasciare le imperfezioni sullo sfondo.
(Pierre Hombrebueno)
La proiezione si terrà al Cinema Boaro, via Palestro 86, Ivrea