Venerdì 7 febbraio alle ore 21 allo ZAC! d’Ivrea la presentazione del libro di Omizzolo, in collaborazione con le associazioni Libera e Acmos
Di rado si incontrano persone che sono riuscite a conciliare l’impegno sociale con quello universitario e scientifico. Senza dubbio una di queste è Marco Omizzolo, che ben ha saputo unire teoria e pratica: sociologo e docente di professione, Presidente della Cooperativa In Migrazione, gionalista di diverse riviste scientifiche, come L’Espresso, Il Manifesto e Il Venerdì, sono solo alcune delle esperienze che può far valere sul suo curriculum.
Nello specifico, Marco Omizzolo è uno degli studiosi più attenti del fenomeno del caporalato in Italia e curatore del sito tempi-moderni.net. La sua metodologia di osservazione partecipata e il suo approccio dialogante, in un contesto non certo favorevole come l’agro pontino e la comunità Sikh, sono conosciuti e apprezzati in ambito scientifico e politico. Ad esempio, per mesi è diventato bracciante tra i braccianti per vivere, capire e quindi studiare la condizione di sfruttamento e sottomissione ai caporali e ai datori di lavoro.
Il suo lavoro sul campo, lungo oltre dodici anni di impegno, è stato ben raccontato nel suo ultimo libro “Sotto padrone, uomini, donne e caporali nell’agromafia italiana”, edito dalla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, che è insieme una storia della sua esperienza umana e professionale e uno strumento di analisi del fenomeno del caporalato in Italia.
Per tutti questi motivi, venerdì 7 febbraio alle ore 21 è stata organizzata allo ZAC! la presentazione del libro di Omizzolo, in collaborazione con le associazioni Libera e Acmos. La serata sarà introdotta da Andrea Gaudino, membro del Presidio di Libera Ivrea e responsabile di Acmos, e vedrà protagonista l’autore del libro, Marco Omizzolo, in compagnia di Davide Mattiello, Presidente della Fondazione Benvenuti in Italia e relatore di maggioranza della riforma del reato di caporalato del 2016.
Combattere per Omizzolo vuol dire convincere chi lavora a parlare non di padroni e schiavi, ma di datori di lavoro e lavoratori, perché le parole sono importanti, vuol dire non dover più fare tre passi indietro ed abbassare la testa rivolgendosi a chi ti sfrutta.
Infine, il testo è anche il racconto di un sogno divenuto realtà, il primo sciopero dei lavoratori sikh il 18 aprile 2016 a Latina. Un evento storico che ha influito nella mobilitazione nazionale verso la legge 199/2016, che ha riformato il precedente reato apportando modifiche importanti e attese da diversi anni.