Sotto una pioggia battente mercoledì 27 in tante e tanti si sono uniti ai lavoratori della MGC-Manital al corteo che dalla sede Manital di Ivrea è arrivato al Municipio dove una delegazione è stata ricevuta dal sindaco Sertoli e dall’assessora al lavoro Piccoli.
Dopo un’altra defezione dell’azienda al secondo incontro dal Prefetto di Torino, 25 novembre, dove MGC ha inviato al posto dei responsabili aziendali una lettera piena solo di promesse, alcune anche incomprensibili alla prima lettura, i lavoratori della MGC, esasperati con sulle spalle tre settimane di presidio in condizioni climatiche critiche e altrettanti mesi senza paga, decidono che la misura è colma. In 24 ore organizzano una manifestazione davanti alla dalla sede Manital di Ivrea in via Di Vittorio chiamando a sostenerli e a partecipare la cittadinanza, le istituzioni, le forze politiche e tutte le categorie sindacali. L’appello è stato accolto e il numero degli operai MGC è stato elevato a potenza grazie alla partecipazione di tanti lavoratori di altre aziende (solidali perché hanno vissuto esperienze analoghe), dei tanti cittadini che hanno sostenuto fin dall’inizio il presidio dei lavoratori, di rappresentanti delle altre categorie sindacali, di lavoratori di Manital di Ivrea usciti dagli uffici per unirsi ai colleghi, di delegazioni di alcune forze politiche, centri sociali, dell’Anpi (il lavoro è nel primo articolo della Costituzione nata dalla resistenza partigiana), presente anche tutta la stampa locale. Una bella risposta, considerato il breve preavviso e un tempo veramente inclemente.
Da industria a finanza
L’azienda ormai nelle mani di un fondo finanziario, chiaramente lavora prima di tutto perché gli investitori ottengano il massimo profitto e il pagamento degli stipendi della MGC, azienda del gruppo ritenuta non strategica, non è certo una priorità. Nell’ultima lettera al prefetto, MGC-Manital dichiara che si impegna a pagare un acconto dello stipendio di ottobre il 2 di dicembre il resto successivamente, a rate. Ma perché pagare ottobre e non agosto che è il primo dei mesi non pagati? Un’ipotesi possibile è che così facendo si toglie la possibilità ai lavoratori di licenziarsi per giusta causa, cosa che obbligherebbe l’azienda a corrispondere, oltre a stipendi arretrati e contributi, anche i Tfr. Questa ipotesi potrebbe far decidere in queste ore ai lavoratori di licenziarsi appunto “per giusta causa”, quindi senza obbligo di preavviso e ottenendo così lo stato di disoccupazione non imputabile a loro stessi con la possibilità di richiedere ed usufruire dell’indennità di disoccupazione. Sta finendo novembre, ormai sono quattro mesi che questi lavoratori non ricevono reddito alcuno, le prospettive di lavoro futuro per loro sono vicine a zero, questa scelta pur dolorosa è ormai quasi obbligata per il sostentamento.
Piano industriale credibile?
Con tutto ciò la Manital deve ancora fare i conti con il Tribunale delle imprese di Torino che valuterà se il piano industriale per il rilancio dell’azienda presentato da Manital all’assemblea dei soci giovedì 28, e da questi approvato, sia sostenibile, infatti l’istanza prefallimentare è ancora aperta e verrà sciolta nell’udienza del 20 dicembre prossimo.
Manital presenterà anche alla stampa, e quindi a tutti, il suo “Piano di rilancio industriale anni 2020/2022-24” in una conferenza che si terrà giovedì 5 dicembre al Castello di Parella (proprio dove è esplosa la protesta dei lavoratori non pagati) con invitati di tutto rilievo. Insomma una presentazione in grande, immaginiamo per acquisire benevolenza. Non è sfiducia, è che la realtà ci rende cauti, ormai il progetto da industriale è diventato finanziario e inoltre il nostro territorio ha sperimento che tanto è più grande la presentazione di un “nuovo progetto industriale”, quanto più alto è il rischio che non duri nel tempo. Una su tutte ricordiamo la roboante conferenza stampa in Municipio a Ivrea per l’arrivo di Eutelia (che aveva acquisito Olivetti S&N) al Business Park con tanto di lussuoso catering finale.
Breve pausa del presidio
Oggi i lavoratori hanno comunicato sul loro gruppo Facebook che sospendono per un paio di giorni il presidio. “Comunichiamo a tutti quelli che ci seguono e sostengono che ci prendiamo qualche giorno di pausa per valutare come proseguire la nostra protesta. Vi avviseremo sul gruppo come intendiamo proseguire la lotta per i nostri diritti.”
La nostra è solo una Pausa e NON UNA RESA. IL LAVORO VA PAGATO!!!
Cadigia Perini