Un suggerimento a chi di dovere…
S’è parlato, in questi giorni, del fabbricato ex Valcalcino, sede di Scuola e di numerose Associazioni. Lo stato dell’ingresso è noto da tempo: buche nel cortile, mancanza di illuminazione, e bene ha fatto la Casa delle Donne a protestare pubblicamente con lettera al Comune. Avremmo firmato anche noi, se fossimo stati interpellati.
Dal canto nostro, alieni per natura dalle polemiche, pazienti e rispettosi delle volontà e dei tempi lunghi dell’Amministrazione, avevamo atteso fiduciosi. Se ci fosse stato permesso, l’avremmo cambiata di mano nostra una lampadina, e riempite le pozzanghere. In fondo, s’era già provveduto l’anno scorso per il Campionato del Mondo di Canoe: il sito brillava come un bijou. Ma si sa, come la carne, anche la ghiaia è debole, svanisce presto e i problemi ritornano, paradigma minore di una gigantesca costellazione di cose storte. Le tragedie sono ben altre: le tante guerre (circa 80 nel mondo), le migrazioni, l’ambiente, il lavoro. Taranto soffre la passerella di politici che non sanno che pesci pigliare di fronte all’ennesima arrogante scatola cinese (pardon: indiana) che gioca sulla pelle di un’intera città, sgusciando tra scudi penali tolti e rimessi. Vicinissimi a noi c’è chi lavora a costruire hotel principeschi e non viene pagato (persino le corvée degli Egizi che costruivano le piramidi erano salariate), e la mente degli Eporediesi ancora ricorda quell’”Agile” passar di mano in mano di lavoratori costretti alla lotta sindacale… Siamo flagellati dal maltempo, causa diretta degli accordi ambientali disattesi da tempo; e come non provare empatia per quel povero presidente americano che attende trepidante l’impeachment?
In questa prospettiva, un cortile allagato e al buio è poca cosa. Siamo convinti che gli assessori preposti vi stiano lavorando. Anche noi contribuiamo volentieri pagando regolarmente il “leggero?” ritocco all’insù delle “utenze”, cui aggiungiamo il dovuto affitto. Lo facciamo volentieri, perché la Valcalcino, ex caserma che ospitò i repubblichini, affaccia sulla Dora e su quel ponte ferroviario fatto saltare con audace azione dai Partigiani. In questo luogo, la Sede Anpi ricorda simbolicamente la Resistenza di allora e la Costituzione inattuata di oggi.
Per questo, con molta simpatia, suggeriamo a chi di dovere di affiggere il cartello qui di seguito proposto, e di provvedere. Su, un bel sorriso e al lavoro, neh?
Mario Beiletti