Venerdì 15 novembre il Circolo cittadino di Rifondazione Comunista ha voluto ricordare i 10 anni dall’occupazione delle sedi di Agile ex-Eutelia iniziata all’inizio del novembre 2009 dopo l’annuncio del licenziamento di 1192.
Il primo dei tre venerdì della Festa in rosso diffusa del PRC di Ivrea è stato dedicato alla lotta per il lavoro che fu la mobilitazione dei lavoratori Agile,con la proiezione del film documento “Licenziato 1192” di Luciano Menaldino. Il film racconta la vicenda EUTELIA-AGILE-OMEGA fino all’aprile 2010 quando i lavoratori ottennero l’amministrazione controllata togliendo così l’azienda dalle mani di chi l’aveva fatta fallire lasciando senza lavoro quasi 2000 persone. In sala tanti ex lavoratori Agile di Ivrea, protagonisti dell’occupazione della sede al Parco Dora Baltea durata più di tre mesi. «È bello rivederci in tanti qui stasera, in realtà non ci siamo mai lasciati. Il legame creato 10 anni fa è forte e mai si scioglierà, anche perché la nostra vicenda non è per nulla finita.», dice Cadigia Perini (ex lavoratrice Agile) nella sua introduzione alla serata. «La lotta di Agile ex Eutelia ex Getronics ex Bull ex Olivetti, fu una lotta straordinaria, come straordinaria fu la truffa che ci portò via il lavoro. L’occupazione delle sedi per mesi in tutta Italia, fu solo una – la più forte certo – delle tantissime iniziative di lotta che mettemmo in piedi, che servirono anche a non far sentire solo nessuno. In 10 anni purtroppo molto è cambiato nel mondo del lavoro, in peggio. Diritti compressi e precarietà hanno fatto perdere la coscienza di quali siano i diritti e della possibilità di rivendicarli. Aziende possono chiudere senza che nemmeno i territori che le ospitano quasi se ne accorgano, non uno striscione, non una mobilitazione degna di questo nome», conclude Perini. Presenti alla proiezione anche cittadini che parteciparono all’occupazione portando solidarietà e altri che non conoscevano la vicenda di Agile e ne sono rimasti colpiti. Presente anche Federico Bellono, storica figura per i lavoratori Agile, che per la Fiom-Cgil ha seguito il primo periodo delle mobilitazioni e delle azioni legali. E c’era Luciano Pilone, “Licenziato 1192“, l’ex lavoratore di Agile Torino che scelse quel numero facendone il suo “nome di battaglia”, «l’ho scelto per affermare che avrei resistito fino all’ultimo». Il titolo del film nasce infatti dal numero di licenziamenti annunciati da Agile il 22 ottobre 2009, 1192 su circa 1800. Fu la goccia che fece traboccare il vaso, i lavoratori non prendevano lo stipendio da mesi, così iniziò l’occupazione. E nelle manifestazioni di Agile insieme alle maschere bianche i lavoratori mettevano al collo un cartello con la scritta “Licenziato n. ….”.
Al termine della proiezione sono intervenuti Maurizio Santini e Mariella Rapetti, all’epoca delegati Fiom, per aggiornare sulla situazione di Agile, una lotta che ancora non è terminata. Santini ha ricordato che solo a Ivrea vi sono ancora una trentina di lavoratori senza reddito perché ancora senza lavoro e senza aver maturato i requisiti per andare in pensione (sono circa 300 in tutta Italia in questa situazione). Rapetti ha informato sulla situazione di Tbs, l’azienda che acquistò una parte di Agile, e dei processi penali che arrivati quasi tutti alla sentenza definitiva hanno confermato la truffa e condannato i responsabili sancendo la ragione dei lavoratori. Di seguito il suo resoconto.
Cosa è successo in Agile dopo il commissariamento del 2010?
E dopo? Tutta quell’energia, quel lottare di quei mesi in cui ci sentivamo portare via il lavoro, il futuro, cosa è successo? Impantanati nei tempi della burocrazia, dei ricorsi, dei tempi processuali.
Lo sapevamo che dovevamo fare in fretta a trovare dei compratori, prima di perdere tutti i clienti, nessuno compra un’azienda se non ci sono commesse attive.
Venerdì 14 maggio 2010 la sezione fallimentare del tribunale di Milano dichiara il fallimento della holding Libeccio in cui è confluita Agile (e Phonemedia): la società è insolvente, i due fondi inglesi che la controllano sono ritenuti dagli inquirenti scatole vuote.
Ci contiamo. Siamo rimasti in 1549 dei più dei 2000 iniziali, 300 tra Ivrea e Torino. Chi si è dimesso, in genere è passato ai clienti che seguiva. I concorrenti hanno fatto man bassa: preso le commesse e le principali figure professionali di Agile che lavoravano su queste. 1089 lavoratori verranno messi in cassa integrazione dai commissari. Sta resistendo qualche commesse pubblica, in qualche modo i sindacati sono riusciti a coinvolgere i Ministeri e le Poste. Anche a noi di Ivrea, che seguivamo il progetto Schengen (Ministero dell’Interno), era stato offerto di confluire in un’altra società. Ovviamente solo le persone chiave: Architetti, Project Manager e Analisti e qualche tecnico specializzato per le Infrastrutture. Il gruppo ha rifiutato.
Arriva TBS
Gennaio 2012. Quasi due anni. Questo è il tempo che ci è voluto ai commissari per perfezionare i bandi di vendita di Agile. Si trova un acquirente, è la TBS Telematic & Biomedical Services, una società di Trieste con circa 2000 dipendenti. E’ specializzata nella gestione delle apparecchiature Biomedicali nella Sanità. Voleva proporsi come interlocutore unico per le Aziende Sanitarie, e cercava una partnership con aziende specializzate in Information Technology. Passano in Tbs 240 lavoratori, 44 ad Ivrea, in una società creata ad hoc, TBSit. Il piano approvato al ministero prevede che i lavoratori dovranno diventare 570 in 3 anni attingendo al bacino “Agile”. La crisi, la mancata integrazione nel gruppo TBS, gli “aiuti” ministeriali e regionali promessi e mai concretizzati, non faranno crescere TBSit. Anzi. Il gruppo inizierà da fine 2013 una periodo di contratti di solidarietà e CIGS. Si acquisirà un’importante commessa sanitaria a Milano, ma si perderà la commessa al Ministero dell’Interno Italiano. Nel 2017 un OPA su TBS farà nascere Althea, leader paneuropeo nei servizi integrati di Ingegneria clinica (2500 dipendenti). Che non ha nessun interesse per TBSit. Nel silenzio, per non disturbare le borse, TBSit viene acquisita nel marzo 2018 da un gruppo formato da GPI Trento per il 40%, Trais Capital 40% azienda specializzata in ristrutturazioni e Capital Adventure 20%. Sembra di rivivere un incubo. L’azienda chiede un abbassamento di inquadramento per tutti, una riduzione dello stipendio mediamente del 20%, l’obbligo di firmare la rinuncia ad ogni causa futura contro l’azienda e una richiesta di mobilità per 98 esuberi su 217 persone. I lavoratori TBSit avevano già avuto una riduzione di stipendio del 20%, oltre all’annullamento di eventuali incentivi e bonus personali, nel passaggio da Agile. Alla fine si chiuderà con un accordo di mobilità volontaria per un massimo di 30 persone, e con l’ attivazione di un contratto di ricollocazione (dagli esiti ancora incerti) per gli esuberi individuati. Oggi TBSit conta 120 persone, di cui 18 ad Ivrea.
Le denunce penali, la costituzione di parte civile. Agile fa giurisprudenza
Ma cosa è rimasto, di tangibile, di tutta quell’energia del 2019? Sicuramente il fatto che per la prima volta è stato riconosciuto da un tribunale, il diritto dei lavoratori a costituirsi parte civile in un processo per un reato di bancarotta per vedere riconosciuti i propri diritti ed un risarcimento sia di natura morale che patrimoniale. Martedì 29 giugno 2010 inizia il primo processo ai Landi e i lavoratori Agile fanno class action. Partono i processi per bancarotta fraudolenta per Eutelia, per Agile e Omega. Il 27 maggio 2011, il Tribunale di Roma accetta la costituzione di parte civile di tutti i lavoratori contro gli autori del disastro di Agile. Aderiscono in 1.070, patrocinati dalla Fiom-Cgil che si costituirà anch’essa parte civile.
Alcuni imputati (Piccinini, Marco Fenu, Salvatore Cammalleri e Leonardo Pizzichi) patteggiano subito, ma per i principali imputati si arriverà in Cassazione.
E’ il 28 ottobre 2018 quando la Cassazione condanna in via definitiva, nel filone del processo Agile, Antonangelo Liori (figura principale del gruppo Omega) a 8 anni, e Claudio Marcello Massa (ritenuto amministratore di fatto di Agile e di Omega) a 6 anni e 6 mesi (che stanno scontando ai domiciliari). Ma soprattutto viene accettato il principio che chi distrugge un’azienda, buttando nel lastrico migliaia di lavoratori, se condannato deve risarcirli. Ai lavoratori viene riconosciuto un indennizzo di 10.000 Euro (naturalmente per ora non versato ai lavoratori, perché i signori, da professionisti, risultano nullatenenti). Si sancisce il principio secondo cui è del tutto illegittima la condotta di chi, giunto al vertice di un’impresa, non opera per il suo sviluppo ma, al contrario, agisce allo scopo di depredarla, distruggendo la sua capacità di produrre valore e finendo, inevitabilmente, per mettere sul lastrico migliaia di dipendenti. Sono passati otto anni dall’inizio del processo al giudizio finale in Cassazione, tre gradi di giudizio e condanne piuttosto pesanti. Quasi un record per il sistema giudiziario Italiano.
Anche il processo a carico di Samuele Landi è giunto in Cassazione. La sua posizione fu stralciata dai giudici dalle altre perché in quanto non più in Italia (riparò subito a Dubai) rendeva più difficili le notifiche di legge e quindi avrebbe potuto ritardare tutto il processo. Il 21 giugno 2019 la Cassazione ha confermato la bancarotta impropria da operazioni dolose, ma ha rinviato alla Corte d’Appello di Roma per una ulteriore valutazione l’ipotesi di bancarotta patrimoniale.
La sentenza sta facendo giurisprudenza, i primi lavoratori a beneficiarne sono stati quelli del crack dei supermecati Midal, una trentina di dipendenti che si sono potuti costituire parte civile utilizzando il precedente di Agile. Lo stesso stanno cercando di fare per OIS Srl in Liquidazione (un’altra azienda Olivetti), per GETEK, e per Bontempi Srl, dove i lavoratori sono riusciti ad ottenere 10.000 euro di indennizzo.
Per tutto questo possiamo affermare che quella di Agile fu ed è una lotta esemplare.