Venerdì 27 settembre giornata di mobilitazione mondiale indetta dagli studenti in sciopero per il clima: manifestazione a Torino e tanti appuntamenti sul territorio eporediese
Sarà una giornata di mobilitazione mondiale quella che venerdì 27 settembre vedrà scendere nelle piazze studenti in sciopero per il clima; la terza dalla nascita di Fridays for Future, il movimento che raccoglie milioni di studenti che coordinano le loro proteste in gran parte del globo per chiedere ai governi e alle politiche nazionali e internazionali di inserire nei loro programmi soluzioni e incentivi per contrastare radicalmente il cambiamento climatico. Soluzioni, tuttavia, vere e radicali, non solamente enunciate, come rimarcato più volte dalla giovane attivista Greta Thumberg recentemente in visita al Congresso degli Stati Uniti: «per favore, risparmiateci le vostre lodi. Non le vogliamo. Non invitateci qui per dirci quanto siamo fonte d’ispirazione, se poi non fate nulla per cambiare le cose» ha affermato risolutamente la giovane svedese.
L’eco della protesta globale e la voglia di impegnarsi su questo fronte ha raggiunto anche il territorio canavesano: lo dimostrano le tante iniziative che associazioni e studenti hanno organizzato per la giornata di venerdì 27 settembre e che saranno presentate pubblicamente durante una conferenza stampa allo ZAC! alle ore 17.00 di lunedì 23 settembre.
Tutti gli appuntamenti dello sciopero per il clima a Ivrea
Con lo sciopero indetto dai sindacati presenti nel mondo della scuola (tra cui Flc-Cgil Cobas e Unicobas) non sarà garantito, negli istituti del territorio, il regolare svolgimento delle lezioni, offrendo così l’opportunità agli studenti di aderire alle manifestazioni di piazza. A Ivrea non è previsto alcun presidio, in quanto gli studenti vicini al movimento Fridays for Future presenti sul territorio si uniranno al presidio permanente a Torino in piazza Castello.
A Ivrea, invece, a partire dalle ore 9.00 lo ZAC! dichiarerà lo stato di “emergenza climatica” e lo farà eliminando completamente l’uso della plastica. Va evidenziato che in passato la cooperativa aveva già provveduto a sostituire vaschette e bicchieri di plastica con altri riciclabili e compostabili, ma venerdì 27 verranno messe al bando anche le bottigliette. Al loro posto saranno introdotte le bottiglie di vetro con il “vuoto a rendere” e la possibilità di potersi portare da casa la propria borraccia e poterla riempire, come già accade in alcuni paesi del Nord Europa.
Alla stessa ora, al Movicentro d’Ivrea, partirà un pullman (gratuito) di Legambiente in direzione Gressoney, per congiungersi alle altre persone che il 27 settembre parteciperanno al “Requiem per un ghiacciaio“, una “veglia funebre” dedicata al ghiacciaio del Lys e a tutti quei ghiacciai in pericolo di estinzione o dichiarati “morti”, come accaduto nel luglio di quest’estate all’Okjokull, il primo dei 400 ghiacciai islandesi scomparso a causa del riscaldamento globale. La “commemorazione” sarà alle ore 12.30 ed è previsto un momento di approfondimento sul tema in collaborazione con Arpa Aosta e l’Istituto Mosso.
Alle 10.30 è prevista una passeggiata in partenza dallo ZAC e in direzione Parco della Polveriera dove, alle 11.30 con il contributo delle associazioni SerraMorena e Gessetti Colorati verranno organizzati giochi e picnic per i bambini delle scuole elementari e medie aderenti all’iniziativa sul territorio.
In serata, infine, alle ore 21.00, all’interno del ciclo di appuntamenti del festival Afro&motion verrà proiettato allo ZAC! il documentario “Contro Coltura“ di Luca Puzzangara. «Il Senegal» si legge nel comunicato dell’iniziativa «è un paese dell’Africa Subsahariana tra i più colpiti dai cambiamenti climatici. Siccità, surriscaldamento e desertificazione stanno impoverendo i terreni rendendo di fatto impossibile lo sviluppo agricolo di questa regione. Il documentario “Contro Coltura” racconta le difficoltà e le speranze degli agricoltori senegalesi, in bilico tra la necessità di emigrare e la volontà di investire sul futuro della propria terra».
Ivrea e la metafora delle rivoluzioni come “freno d’emergenza” della storia
Nell’ultimo numero di Jacobin Italia Salvatore Cannavò si serve di una suggestiva interpretazione per cercare di capire il significato attuale e la prospettiva futura del giovane movimento Fridays for Future. «Il movimento» scrive Cannavò «sembra riecheggiare il Walter Benjamin delle Tesi sul concetto di storia che non a caso il filosofo e storico Michael Löwy, indica come «precursore dell’ecosocialismo»: «Marx – scrive Benjamin – dice che le rivoluzioni sono la locomotiva della storia del mondo. Forse le cose sono diverse. Forse le rivoluzioni sono l’atto con cui l’umanità che viaggia in un treno lanciato tira il freno di emergenza».
Ma cosa significa, in concreto, tirare il freno d’emergenza? Cannavò esclude ogni riferimento ad «un’astratta teoria della decrescita»; suggerisce, altresì, di «rimettere in discussione il modo in cui si produce, cosa si produce e i meccanismi di consumo». In altre parole una lotta ai cambiamenti climatici che non sfugga ad una radicale lotta contro le cause che hanno prodotto questa crisi ambientale e sociale. «L’emergenza è tale da richiedere uno sforzo massiccio da parte dell’intera società, una drastica conversione del nostro intero sistema economico. Un’occasione storica per ripensare in profondità le politiche energivore e antisociali del neoliberismo sul lavoro, sulla casa, sulla mobilità e un passaggio per rimettere in discussione il capitalismo stesso: giustizia ambientale e giustizia sociale possono e devono andare di pari passo» aggiunge Cannavò, concludendo poi: «Se c’è un elemento che accomuna le grandi mobilitazioni in corso è proprio questa intuizione balenata nelle coscienze dei più giovani e delle più giovani. La percezione netta dell’inconciliabilità tra il proprio bisogno di futuro e il futuro che il sistema attuale è in grado di offrire».
Un bisogno di futuro che in piccolo, fatte le dovute proporzioni, anche la società civile eporediese sta cercando di ottenere. Un futuro, tuttavia, ostacolato da una maggioranza politica a Ivrea sconnessa da queste problematiche, se non addirittura in aperto contrasto.
Gli esempi, in tal senso, sono molteplici: la recente cementificazione del lago di città, un fatto passato in sordina quest’estate con non si sa bene quale obiettivo finale visto che nella posizione in cui si trovava non sembrava dare fastidio a nessuno; l’accondiscendenza con cui l’attuale giunta Sertoli ha incoraggiato la realizzazione del supermercato Coop (esiste un simbolo più eclatante del consumismo?), talvolta provando a bruciare i tempi per accelerare l’iter (ricorderete i perentori “ultimatum” di dicembre poi rivelatisi un bluff grazie anche all’operato dei consiglieri di minoranza); la totale indifferenza nei confronti dei cittadini del Crist e dell’associazione Legambiente a seguito della vergognosa sentenza del Tribunale delle Acque di Roma e, dulcis in fundo, l’emblematico episodio del Consiglio Comunale del 20 luglio nel quale il consigliere Comotto (ViviamoIvrea) si è visto obbligato a ritirare la simbolica mozione per “Dichiarare lo stato di emergenza climatica e ambientale” a causa del forte contrasto sul tema manifestato dai consiglieri di maggioranza leghisti, Anna Bono in primis.
La speranza è che anche a Ivrea e nell’eporediese i giovani provino a farsi protagonisti ed escano allo scoperto, coadiuvati dalle tante associazioni che su questi temi hanno trovato una convergenza di energie e di interessi, mantenendo, tuttavia, salda la consapevolezza che le «promesse attese rischiano di creare molte delusioni, pari solo alle illusioni che potranno generare» se la politica continuerà a girarsi dall’altra parte.
Andrea Bertolino