Approvato con il solo voto contrario del gruppo PD e l’astensione del M5S, il documento economico appare del tutto inadeguato alle esigenze urgenti di una città in caduta libera
La città d’Ivrea ha il nuovo bilancio. È stato approvato durante il consiglio comunale di giovedì 14 marzo, dopo un’estenuante spiegazione di tre ore da parte dell’assessora Piccoli e con i voti favorevoli della maggioranza e del consigliere Comotto che precisa: «abbiamo voluto premiare l’impegno». Astenuto, invece, il consigliere del M5S Fresc che ha motivato la scelta dicendo: «vedo dell’impegno e vedo un’aria nuova, ma noto alcune criticità e ciò mi porterà ad un voto di astensione, anche perché questo è il vostro programma, non quello che avremmo voluto realizzare noi». Voto contrario, infine, da parte del Partito Democratico che, dopo essersi visto bocciare tutti gli emendamenti presentati (tra cui la richiesta di spostare la biblioteca a Palazzo Giusiana), ha scelto di non limitarsi alla mera astensione, ma ha preferito rimarcare le distanze.
Un bilancio che non ha suscitato grandi discussioni, né ha incassato critiche pesanti da parte dell’opposizione, ma che nonostante i buoni propositi ventilati non sembra rispecchiare quella ventata di cambiamento così tanto sbandierata in campagna elettorale. L’inesperienza amministrativa è “un’attenuante” di cui hanno tenuto conto i consiglieri dell’opposizione e che in parte giustifica la prudenza di fondo relativa agli investimenti contenuti nel bilancio; eppure, com’è stato più volte ribadito in aula, questo programma economico risulta manchevole di una linea politica chiara.
Tanta manutenzione straordinaria, ma poca visione futura
Ai pochi temerari a cui è toccato seguire la lunghissima e ridondante spiegazione dell’assessora Piccoli (tre ore di monologo sono, oggettivamente, inaccettabili) questo bilancio comunale sarà sembrato una sorta di “tempo supplementare” della campagna elettorale. La ragione di questa lettura maliziosa trova conferma nella parte relativa agli investimenti: 6,7 milioni per il 2019 e solo 2,1 e 2,3 milioni per il 2020 e il 2021. Quest’asimmetria numerica sarebbe già di per sé significativa, in quanto evidenzia un’incapacità di guardare programmaticamente al futuro, ma per fugare ogni dubbio e dimostrare quanto sia ancora lontana una chiara visione politica da parte dell’amministrazione Sertoli sarà meglio scendere un po’ più nel dettaglio nelle voci degli investimenti relativi al 2019. Così facendo, si scopre che la maggior parte delle risorse messe a bilancio per l’anno in corso riguardano prevalentemente opere relative alla manutenzione ordinaria o straordinaria.
Qualche esempio per chiarirci: manutenzione straordinaria fabbricati (40mila euro), manutenzione e riqualificazione energetica delle scuole d’infanzia (30mila euro), manutenzione e riqualificazione energetica delle scuole (30mila euro), rifacimento servizi igienici edifici scolastici (150mila euro), lavori Viadotto XXV aprile (150mila euro), manutenzione straordinaria strade cubetti (120mila euro), manutenzione straordinaria illuminazione pubblica (100mila euro), costruzione e manutenzione parcheggi pubblici (175mila euro) e tante altre voci analoghe che sarebbe impossibile elencare.
A onor del vero qualche investimento mirato lo si trova: riqualificazione castello (220mila euro), manutenzione straordinaria per intervento di sicurezza biblioteca (350mila euro), riqualificazione asilo nido (1milione e 60mila euro), riqualificazione area mercatale (120 mila euro) e, com’era prevedibile, un discreto investimento nell’ambito sportivo (per quanto sia del tutto assente il progetto del Palazzetto dello Sport, cavallo di battaglia elettorale di quest’amministrazione): rifacimento impianti elettrici palestre (100mila euro), manutenzione impianto riscaldamento piscina comunale (110mila euro), rifacimento pista atletica campo San Giovanni (350mila euro), lavori stadio canoa (380mila euro) e realizzazione percorsi ciclabili naviglio (1milione e 400mila euro).
Le opposizioni: «investimenti condivisibili, ma quale progetto futuro avete?»
Tra i banchi dell’opposizione nessun consigliere se l’è sentita di criticare la nuova amministrazione sulle opere di manutenzione, indubbiamente importanti e dovute. Eppure, tutti gli interventi, con le dovute sfumature, hanno evidenziato una discrepanza tra l’ottimismo contenuto all’interno del DUP (Documento Unico di Programmazione) ed enfatizzato dall’assessora Piccoli e i numeri messi a bilancio. Il primo a rimarcare ciò è stato il consigliere del PD Dulla: «la sensazione è che nel DUP ci si sia lasciati andare ad un po’ troppo ottimismo rispetto alle spese tabellari. Vorrei sapere qual è quella destinazione di risorse che caratterizza la scelta dell’amministrazione?». Dulla ha poi aggiunto: «Alcune delle scelte che vedo sulla parte degli investimenti le trovo condivisibili, come gli investimenti sull’asilo, ma nel caso non si riescano a fare tutti gli investimenti pianificati, quali sono quelli prioritari che connotano politicamente la scelta dell’amministrazione?». A queste domande mirate non è, purtroppo, seguita alcuna risposta chiarificatrice.
Analogo l’intervento di Fresc: «Gli investimenti che avete messo a bilancio ci fanno capire che la rotta non è segnata. Ho apprezzato investimenti su scuole e palestre, ma valuto come eccessivamente prudente il fatto di andare a ridurre l’indebitamento dell’amministrazione negli anni. Avere i conti in ordine va bene, ma rendiamoci anche conto della situazione della città». Comotto, infine, ha chiesto chiarimenti sulle coperture e sulle scelte future: «Ho visto che per diversi investimenti si prenderanno fondi dai contributi. Cosa vuol dire? Sono soldi esistenti o sarà un bando ancora da partecipare? Sulla biblioteca finalmente ci sono dei fondi, ma qual è la scelta del comune? Lasciare lì la biblioteca? O la si vuole spostare? Inoltre non capisco perché con il fondo Guelpa non si possa fare una nuova biblioteca. Capisco se non ci fossero soldi, ma ci sono, per cui perché non si fa?».
Un bilancio inadatto per i tempi che corrono
«Non si può arrivare in otto mesi e cambiare la città e fare le cose che non sono state fatte in vent’anni». Potrebbero suonare del tutto plausibili le parole dell’assessora Piccoli, non fosse altro che la prudenza è un “lusso che non possiamo più permetterci”. Di fronte all’emorragia di giovani che fuggono da Ivrea, il tasso di crescita del territorio eporediese che rasenta lo zero e i pessimi dati sull’occupazione che hanno ridimensionato la cosiddetta “ripresina” e che continuano a segnare le prime pagine dei giornali (si pensi agli esuberi recentemente annunciati in Vodafone), un bilancio comunale quasi interamente incentrato sulle manutenzioni appare del tutto inadeguato a fronteggiare le urgenze di questa città che andrebbero affrontate.
Investire sul castello d’Ivrea 220mila euro, inoltre, non servirà a nulla senza un’idea di cosa si vuole fare con quell’edificio. Lo stesso dicasi per la biblioteca: 350mila euro sono indubbiamente risorse importanti, ma del progetto di realizzazione di un nuovo polo culturale si sentirà più parlare? E ancora: destinare 120mila euro per la riqualificazione dell’area mercatale può indubbiamente servire per restituire una “boccata d’ossigeno” ad un mercato già sufficientemente depresso, ma una volta destinate queste risorse si parlerà più di spostamento degli ambulanti oppure no? Per non parlare, infine, della gestione del sito Unesco che, nei discorsi pubblici viene comunemente indicato come un asset della città, salvo poi non vedere nulla che si muova.
Andrea Bertolino