Il compromesso raggiunto tra R.F.I. e Comune rappresenta una debole, se pur valida, presa di posizione dell’amministrazione; ma R.F.I. rimane inamovibile
Il 12 dicembre il sindaco di Borgofranco d’Ivrea, Livio Tola, e l’assessore ai lavori pubblici Vacchiero si sono recati a Torino con un obiettivo chiaro: ridefinire parzialmente i termini del protocollo d’intesa con R.F.I, Regione Piemonte, Città Metropolitana e comuni interessati.
Durante l’incontro R.F.I (Rete Ferroviaria Italiana) ha tenuto una linea di sostanziale intransigenza, in quanto l’intenzione della S.p.a. partecipata al 100% dallo Stato sarebbe quella di chiudere una volta per tutte i 62 passaggi a livello da Chivasso ad Aosta. Poco importa che i binari del treno taglino in due un piccolo paese come Borgofranco e che separino il cimitero o le frazioni di Baio Dora e Campagnola dal resto del centro abitato.
Proprio per questa ragione il sindaco ha chiesto il mantenimento di almeno 3 degli 8 passaggi a livello che li riguardano, ma R.F.I. si è dimostrata inamovibile a tenere le sbarre operative. Laddove, invece, la società ha dimostrato una qualche apertura è sulla realizzazione di una viabilità alternativa che permetta l’attraversamento dei binari ferroviari: un sottopasso pedonale ad inizio e fine paese e un sottopasso carrabile in zona Campagnola.
La proposta è già sul tavolo delle trattative e le modifiche presentate andrebbero semplicemente ad integrare il protocollo esistente, senza la necessità di riscriverlo da capo.
«La chiusura dei passaggi a livello» spiega il sindaco Tola «è un problema che abbiamo da tempo. Pensiamo ad un’ambulanza a sirene spiegate che deve aspettare che la sbarra si alzi. È assurdo».
Tutti concordi sulle criticità dei passaggi a livello, ma la storia, per Borgofranco, è più complessa di qualche sbarra e di qualche coda di troppo.
L’attraversamento della linea ferroviaria è strettamente connesso con la viabilità ed è risaputo che la SS26 che attraversa il paese non può andare avanti ancora per molto nelle condizioni in cui versa: è sufficiente che si crei un minimo di coda o che due grossi mezzi su ruota si incrocino per creare disagi e ingorghi. Ed è qui che il protocollo d’intesa entra in gioco. La chiusura dei passaggi a livello e i primi lavori di viabilità alternativa potrebbero gettare le fondamenta dei primi anelli di una futura circonvallazione, la cui realizzazione non sembra, per ora, in discussione, nonostante il sindaco ammetta: «Altre alternative, per ora, non se ne vedono». E per quanto riguarda il timore che Montebuono possa venir bucato? «Esistono tracciati proposti da ANAS nei quali effettivamente Montebuono viene attraversato, ma non è detto che siano quelli definitivi. Ci sono oleodotti, bacini di laminazione, il cimitero e altre variabili da tenere in considerazione».
Quel che attualmente è certo è che il Protocollo d’intesa andrà approvato in Consiglio comunale, ma prima che ciò si verifichi l’amministrazione ha espresso la volontà di indire un’assemblea pubblica. I tempi sono stretti, per cui si parla degli inizi di gennaio. La lettera del 2 dicembre con la quale ambientalisti e pendolari avevano sollecitato un incontro pubblico sembra trovare un riscontro.
Quel momento sarà forse determinante per poter presentare perplessità o adesioni e sarà l’opportunità per conoscere a fondo la volontà politica dell’amministrazione di Borgofranco.
Andrea Bertolino