L’accordo permetteva di rendere trasparenti e verificabili i dati relativi alla produzione e al trasporto delle arance utilizzate nello Storico Carnevale di Ivrea
Sarà un’edizione senza “Arance Frigie” quella dello Storico Carnevale di Ivrea 2019. Con lo scorso anno, infatti, è giunto al termine il Protocollo sottoscritto presso gli uffici della Prefettura di Torino il 13 febbraio del 2015 tra il Comune di Ivrea, la Fondazione dello Storico Carnevale di Ivrea, l’Associazione degli Aranceri, l’Associazione Libera Piemonte e la Fondazione Benvenuti in Italia. L’accordo, di durata triennale, prevedeva di rendere trasparenti e verificabili i dati salienti relativi alla produzione e al trasporto delle arance utilizzate nella battaglia dello Storico Carnevale di Ivrea, in un’ottica di più ampia sensibilizzazione sul tema dello sfruttamento bracciantile, con l’obiettivo di contrastare e prevenire un fenomeno troppo diffuso nelle campagne d’Italia: quello del caporalato.
Riteniamo che grazie al Protocollo “Arance Frigie” lo Storico Carnevale e la stessa Città di Ivrea abbiano avuto un ulteriore motivo di notorietà e prestigio, rendendosi protagonisti di una importante scelta etica e politica. Questo percorso ha infatti portato in questi anni a Ivrea numerosi ospiti di rilievo che hanno contribuito al dibattito pubblico, tra cui Roberto Moncalvo, Presidente Coldiretti, Gian Carlo Caselli, già magistrato e Presidente dell’Osservatorio sulle Agromafie di Coldiretti, Jean René Bilongo sindacalista Flai-CGIL, Alessandro Armando del Presidio Caritas di Saluzzo, Enrico Nada di NovaCoop Piemonte, Davide Mattiello, deputato della Commissione Parlamentare Antimafia e relatore della riforma di legge sul caporalato. Inoltre nel novembre 2016 un gruppo di giovani, rappresentanti di diverse realtà del territorio piemontese, è stato protagonista della Carovana delle Arance Frigie, un viaggio che ha permesso la conoscenza diretta dei produttori delle arance dello Storico Carnevale di Ivrea.
Nei tre anni di applicazione il Protocollo ha contribuito al raggiungimento di obiettivi importanti a livello legislativo e ha permesso di accendere anche sul nostro territorio una maggiore attenzione e consapevolezza sociale riguardo il tema dello sfruttamento lavorativo, ma tali successi necessitano di essere tutelati anche in futuro. Nonostante le complessità burocratiche nella fase di realizzazione e la difficoltà a raggiungere pienamente tutti gli obiettivi prefissati, sono molte le iniziative che hanno messo al centro il tema dello sfruttamento lavorativo e del caporalato nel dibattito pubblico cittadino e nazionale in questi anni.
Complice un clima d’attenzione maggiore verso il fenomeno, è stato raggiunto a livello legislativo un importante obiettivo: la Riforma della legge contro il caporalato, la 199 del 18 ottobre 2016, che ha modificato l’Art. 603-bis del codice penale, titolato come “Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro”, introducendo una novità fondamentale: l’estensione della responsabilità penale anche al datore di lavoro. Questo ha reso possibile colpire tutto il sistema criminale che sta dietro al fenomeno dello sfruttamento nelle campagne e non il solo caporale, come avveniva in precedenza. Il Protocollo Arance Frigie è stato particolarmente rilevante in questo percorso, segnalato anche tra le buone pratiche contro il caporalato nel Quinto Rapporto Eurispes-Coldiretti sulle Agromafie del 2017.
Crediamo, quindi, che ci sia bisogno di ripetere l’esperienza delle “Arance Frigie”, rivedendo il protocollo alla luce dell’esperienza di questi tre anni, a fronte delle esigenze delle Associazioni degli Aranceri e della volontà del Comune di Ivrea e della Fondazione dello Storico Carnevale di Ivrea di continuare a investire in maniera sempre più efficace nella lotta al caporalato, a partire dalla provenienza etica delle arance dello Storico Carnevale, simbolo della battaglia di liberazione.
Andrea Gaudino
per Libera