Il nuovo corso della Fondazione Guelpa è cominciato con annunci, presentazioni “anomale”, informazioni sparse provenienti dal consiglio di amministrazione, ipotesi di mostre curate da Sgarbi. In tutto questo, abbiamo notizia di un piano culturale?
Dalla nomina del nuovo Presidente della Fondazione Guelpa, avvenuta ai primi di dicembre del 2018, la cittadinanza ha periodicamente assistito alla pubblicazione di articoli riguardanti le future decisioni della stessa in merito a questo o quel tema, ma senza averne mai certezza.
A turno alcuni dei consiglieri d’amministrazione hanno rilasciato interviste con dichiarazioni di intenti, a volte decisamente inquietanti. Ma di ufficiale che si sa? E’ questa la domanda che, crediamo, si stiano facendo un po’ tutti. Non c’è da stupirsi, però, perché, in fondo, fin dall’inizio di questa “seconda era” l’iter non si è svolto nel modo in cui ci si aspettava.
Vediamo un po’:
– la presentazione del nuovo Presidente, il torinese (turna!) Luca Beatrice, si è svolta in una palestra/centro benessere gestito da privati cittadini, di fronte ad un pubblico di addetti ai lavori, anziché passare, come logico, prima dall’aula consiliare, di fronte ai consiglieri comunali, oppure in uno spazio pubblico;
– a quell’incontro sembra che i consiglieri non siano neanche stati formalmente invitati (andiamo bene!);
– di quell’incontro, il Sindaco (lui c’era) non ha dato notizie ufficiali al Consiglio, neanche a posteriori (giusto così, per far sapere qualcosa a chi è chiamato a dettare le politiche cittadine);
– non si hanno informazioni precise circa incontri del consiglio di amministrazione, se non le suddette dichiarazioni, rese da alcuni consiglieri.
Il panorama è piuttosto nebuloso. Abbiamo saputo che il Museo Garda costa troppo e quindi, a giudicare dall’articolo apparso circa un mese fa, sembrava dovesse addirittura chiudere, poi abbiamo appreso che, ops, forse, la comunicazione era stata gestita “in maniera ingenua” (perdincirindina!) e quindi andrà ripensato il contributo dato dalla Fondazione per la sua gestione e integrato con progetti più incisivi. Abbiamo saputo che a Sgarbi il Museo Garda è piaciuto e che vorrebbe organizzarci delle mostre (fiuu, che sollievo!). Abbiamo saputo dell’acquisto di parte di un immobile, in cui hanno sede attività culturali gestite da una associazione specifica (Auditorium Mozart, per capirci). Abbiamo saputo che uno dei consiglieri ha votato contro l’acquisto. Abbiamo saputo che le decisioni circa i soggetti beneficiari di eventuali contributi dovranno, d’ora in poi, essere prese direttamente dall’amministrazione comunale e la Fondazione metterà a disposizione un certo badget e nulla più.
A proposito: abbiamo notizia di un piano culturale? O aspettiamo il prossimo ospite del Teatro Giacosa per fargli fare un giro in città e chiedergli due dritte?
Insomma, se fosse una pièce pirandelliana, sarebbe “Così è, se vi pare”, tutti ad aspettare che arrivi la signora Ponza a chiarire il mistero. Oppure potremmo dire: Fondazione Guelpa, di tutto, di più.
Però, siccome siamo spettatori piuttosto esigenti, è chiedere troppo che un organo ufficiale di stampa faccia uscire un comunicato o che, la buttiamo lì, si possa convocare il Presidente della Fondazione ad uno dei prossimi Consigli Comunali, affinché faccia sapere qualcosa di preciso sul suo palinsesto?
Una Fondazione che ha lo scopo di gestire un patrimonio per la cultura è giusto che chieda alla politica di deciderne gli indirizzi, ma dovrebbe comunque rispondere ad obblighi di trasparenza e di chiarezza. E non è lasciando che i consiglieri si facciano intervistare a piacimento che li assolve.
A meno che, non venga comunicato che parlano a nome dell’ente. Sarebbe poi auspicabile non doverle neanche spiegare certe cose: una fondazione ha dei regolamenti e delle forme da rispettare, non è una semplice bocciofila di paese (con tutto il rispetto per le bocciofile – certune molto professionali).
Ricapitolando: mentre aspettiamo che si materializzino le politiche culturali della Città (e bisogna dire, ad onor del vero, che le stiamo aspettando da molto prima del cambio politico dell’amministrazione comunale), diventate ormai come gli ufo, di cui tutti parlano ma che nessuno ha mai visto davvero, ci piacerebbe poter inquadrare, seppur a grandi linee, quali siano anche le politiche della Fondazione Guelpa versione 2.0.
Facciamo così: siccome è quasi carnevale, possiamo far finta sia stato tutto uno scherzo. Aspettiamo fiduciosi. E rimaniamo sintonizzati.
Lisa Gino