Riceviamo e pubblichiamo il comunicato su Rei e Reddito di cittadinanza del Gruppo Consiliare del M5S d’Ivrea
Durante il consiglio comunale del 20 settembre il consigliere M5S Massimo Fresc ha presentato un’interpellanza sull’applicazione del REI, il reddito di inclusione sociale destinato alle famiglie in condizioni di povertà. Il tema è caro al M5S che, a partire da questo istituto, ha voluto giungere rapidamente al Reddito di Cittadinanza per le persone e le famiglie che sono sotto la soglia di povertà assoluta, stabilita nel valore di 780 euro.
L’interpellanza di Fresc aveva soprattutto un significato politico, porre l’attenzione su interventi che favoriscano le fasce di cittadini al di sotto della povertà assoluta.
Pur non negando l’importanza del Rei che certamente ha contribuito a sollevare le difficoltà di molte persone, con il reddito di cittadinanza cambia il significato dell’intervento.
Il Rei è una misura di assistenza, quasi di carità nei confronti di persone povere, mentre il reddito di cittadinanza stabilisce un principio per cui chi è cittadino italiano acquisisce il diritto ad una vita superiore al livello di povertà assoluta.
Abbiamo accolto con grande soddisfazione l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri della Nota di Aggiornamento al DEF che stabilisce l’introduzione del Reddito di Cittadinanza.
Questa è una scelta strategica per il M5S che crediamo permetterà anche un cambio culturale profondo, una nuova stagione di diritti in cui i cittadini non saranno più sottoposti (o lo saranno meno) al ricatto di dover accettare qualunque lavoro, precario, malpagato, in nero, purché sia…
Alzare il livello del reddito permette ai cittadini di riprendere una propria dignità. Questa misura fa il paio con l’altra misura, il decreto Dignità che ha, tra l’altro, lo scopo di spuntare le armi allo sfruttamento dei lavoratori.
Queste misure, cioè, non migliorano solo il livello di reddito delle fasce più povere di popolazione. Cambia il rapporto di forza tra datore di lavoro e lavoratori, si modifica il bisogno delle classi subalterne, aumenta la libertà.
Spesso gli effetti anche psicologici e sociologici di misure come queste vengono poco considerati. Non dover più dipendere (o dipendere molto meno…) dal ricatto economico toglie la paura, rende meno tristi, apre prospettive diverse, impossibili senza quel reddito.
Per non parlare di quanto queste misure permetteranno di togliere, almeno un po’, la sudditanza di molti alle varie forme di mafia tradizionale, finanziaria, di caporalato e così via.
Certamente queste misure non si possono considerare definitive (esiste una misura legislativa che possa ritenersi tale?), ma vanno nella giusta direzione di restituire dignità ai cittadini, soprattutto i più poveri.
Vogliamo ancora sottolineare che non si tratta di una misura assistenzialista, ma un volano per la ricerca di nuove possibilità di lavoro che chi riceve il reddito di cittadinanza deve impegnarsi a cercare, pena la perdita del reddito.
Immettere in modo diffuso sul mercato nuove risorse per consumi di base comporterà una crescita virtuosa della domanda di beni e servizi e, di conseguenza, della necessità di produrli questi beni e servizi, attraverso nuovo lavoro.
Lasciateci dichiarare per una volta l’orgoglio per una misura che, pur nel lavoro complesso di controllo che tutto si svolga secondo le regole, permetterà di rendere meno dura la vita a milioni di persone.
Erano anni, decenni, che ciò non accadeva.
Gruppo Consiliare M5S Ivrea