Il picco maggiore del traffico si ha durante la mattina, soprattutto in via delle Miniere, via Jervis e via Torino
Novantamila veicoli tra automobili, bus, furgoni e ciclomotori: questo è il numero reale del trasporto su gomma che ogni giorno Ivrea subisce. Potrebbe sembrare una cifra spaventosa, spropositata per una cittadina che, stando agli ultimi dati disponibili, conterebbe all’incirca 23.600 residenti. A voler giocare un po’ con i numeri il rapporto è di quasi 1 a 4: è come se ognuno di noi avesse in casa quattro automobili e le utilizzasse contemporaneamente tutti i giorni per spostarsi. A questo livello, per fortuna, non siamo ancora arrivati, per quanto sia ormai un dato di fatto tipico della società dei consumi il possesso di un’automobile per persona, uno scenario che la società occidentale si può permettere a scapito di miliardi di persone che invece sono obbligati a spostarsi diversamente.
I dati provengono direttamente dal Comune d’Ivrea e sono stati realizzati grazie ad una serie di “contatori” posti in punti strategici della città (semafori, incroci…). Grazie a questi rilevatori è stato possibile tracciare anche uno schema degli andamenti e dei flussi sia in entrata sia in uscita, al fine di capire quali siano i punti e le ore nevralgici su cui poter intervenire.
Il picco maggiore, parlando di traffico, si verifica tra le 7.00 e le 9.00 di mattina in quanto durante queste due ore entra in città il 30% dei veicoli di tutta la giornata. I flussi maggiori, sempre parlando di veicoli che entrano a Ivrea, arriverebbero dai punti cardinali ovest e da sud: circa 12 mila mezzi su via delle Miniere e via Jervis e circa 15.000 su via Torino e SS26. Un po’ più contenuta, invece, la dimensione del traffico da nord e da est: 6.800 automobili da via Aosta e 6.400 da corso Vercelli.
Per quanto riguarda i dati del traffico in uscita da Ivrea non c’è, per fortuna, un vero e proprio picco, ma i numeri sono “spalmati” su più ore giornaliere. Complessivamente escono dalla città 16.500 veicoli verso nord, 9.600 verso est, 15.400 verso sud e 5.600 verso ovest.
Stando a questi numeri su via Torino e la SS26 grava la maggior parte del traffico in entrata e in uscita a Ivrea; strade che intercettano, probabilmente, lavoratori provenienti dalla prima cintura di Torino. Apparentemente si potrebbe esser tentati di immaginare che la maggior parte di questi veicoli attraversi la città per proseguire verso la Val d’Aosta. Non sarebbe affatto strano, in quanto, storicamente parlando, Ivrea si è sempre contraddistinta per essere una sorta di “crocevia” tra le due regioni.
Numeri e ipotesi. Fin quando non verrà messo in piedi uno studio un po’ più approfondito sarà difficile decifrare e interpretare al meglio questo traffico “esorbitante” che, oltre a generare rallentamenti e ingorghi, influisce negativamente sulla qualità dell’aria.
Andrea Bertolino