Ottavia Piccolo con Occident Express al Teatro Giacosa di Ivrea
Il secondo appuntamento della stagione del Teatro Giacosa, il 21 novembre, porta ad Ivrea uno spettacolo sì importante per i nomi dei protagonisti ma in qualche modo disturbante per la materia “sovraesposta” di cui tratta: le moderne migrazioni, spesso tragiche, dai paesi africani o orientali verso quelli europei. Già sentite, già viste? In generale, forse, con statistiche, dati, immagini dei tg. Stefano Massini, ormai uno dei maggiori drammaturghi italiani e che dal 2015 ha sostituito Luca Ronconi al Piccolo di Milano, nel 2016 aveva realizzato per un quotidiano europeo una lunga intervista a una anziana donna irachena, Haifa, che aveva da poco raggiunto la Svezia con la nipotina, dopo una vera odissea attraverso la rotta balcanica. Da uomo di teatro Massini ha trasportato quel racconto in un potente testo da affidare a un attrice sensibile come Ottava Piccolo con la compresenza di una intera orchestra in grado da sola di ricreare i suoni e l’ambiente del Medio oriente, della Grecia, dell’Ungheria.
Occident express (Haifa è nata per star ferma) ripercorre tutte le tappe di quel viaggio da Mosul a Stoccolma attraverso Turchia, Grecia, Macedonia, Ungheria, Polonia, con la voce di Haifa che prima non aveva neanche mai visto un treno e ora con la nipotina di 4 anni deve affrontare posti di blocco, sparatorie, tunnel segreti, naufragi, trafficanti di droga, marce forzate, containers.
Il richiamo alla Odissea di Ulisse viene spontaneo anche se quello era un viaggio di ritorno e questo un viaggio di fuga e di speranza lasciando un luogo dove non è più possibile vivere. Chi arriva al termine è veramente un sopravvissuto, intorno altri muoiono prima di partire, durante gli attraversamenti, le carcerazioni, i naufragi. Altro che “pacchia”.
Bisogna conoscerle queste storie, capire cosa hanno visto quegli occhi che ci guardano dai barconi o dai reticolati innalzati per proteggere il nostro Occidente.
Ottavia Piccolo, che dall’età di 10 anni calca le scene e i set non solo italiani, ha scelto di dar vita alla umile Haifa, che avrà più o meno la sua età, senza retorica, senza eroismi, senza forzata drammaticità, accompagnata nel racconto da Enrico Fink, anche co-curatore della messa in scena, e dalla sua Orchestra Multietnica di Arezzo armata di violino, clarinetto, oud, flauto, chitarra e percussioni, mai banale o oleografica ma sempre partecipe.
Questo viaggio, come dice Ottava Piccolo, “non è solo un racconto del nostro oggi, riguarda anche chi dal Messico va in Nord America o le nostre nonne che andavano dall’Italia in Argentina.
Lo spaesamento è lo stesso, e riguarda tutti. A questo si aggiunge il dramma odierno e lo vogliamo raccontare partendo in punta di piedi, per non spaventare, ma per farci invece ascoltare attentamente e dopo, solo dopo, far emozionare.”
Francesco Curzio