Comunicato della Casa delle donne di Ivrea. Venerdì 29 novembre presso il teatro di Chiaverano e sabato 30 novembre presso il teatro di Bosconero, lo spettacolo Inarrestabile, su indipendenza economica ed emotiva.
Anche quest’anno è arrivata la settimana del 25 novembre e anche quest’anno, come al solito, si sono susseguite tante manifestazioni tutte di grande valore per parlare di come prevenire, combattere ed eliminare la violenza di genere
contro le donne.
Noi vorremmo che questi eventi venissero fatti tutti i mesi, iniziative diverse per tenere alta l’attenzione e soprattutto cercare di fare qualcosa di concreto, oltre le dichiarazioni di intento.
La nostra Associazione Donne contro la Discriminazione (nota anche come casa donne Ivrea) ha uno sportello antiviolenza in due sedi, uno a Ivrea in piazza Mascagni e l’altro a Cuorgnè in Piazza Morgando.
Lo sportello è formato da un team di volontarie, di psicologhe, di counsuler e di avvocate. Vi si accede tramite prenotazione telefonica. Lo sportello si chiama “Alzati Eva” e significa che noi proviamo a offrire la nostra mano a Eva per aiutarla a rialzarsi e a riprendere in mano la propria vita, se lei lo desidera.
Ogni tanto come gruppo ci fermiamo a riflettere su quello che sta accadendo e su quello che siamo riuscite a fare.
Voglio attirare la vostra attenzione su tre punti importanti:
1) osserviamo come l’età delle giovani donne vittime di violenza sia sempre più bassa
Possiamo citare due nomi, Aurora e Giulia, ma ce ne sono tante altre. Perché molti giovani ragazzi e giovani uomini che ancora non sono stati
frustrati o colpiti dalla vita, anzi hanno tutta la vita davanti, non sono capaci di lasciare andare un’idea, un progetto o una donna per iniziare da un altropunto il loro cammino nella vita?
Ci rispondiamo perché non sono stati educati nelle loro famiglie al rispetto, all’ascolto, all’empatia e la condivisione che sono le basi per poter sentirsi liberi di diventare ciò che si vuole diventare; perché la scuola non ha saputo osservare il loro agire ed intervenire per capire e correggere; perché la società intorno a loro in parte ripete i comportamenti del maschilismo più manipolatorio.
Una risposta certa ed univoca non l’abbiamo. Probabilmente bisognerebbe creare delle occasioni per confrontarsi coi genitori, con gli studenti e le studentesse e i loro insegnanti all’interno delle scuole.
Noi volontarie siamo troppo poche e facciamo dei piccoli progetti che sono delle gocce nel mare, ma abbiamo sempre la speranza che lo Stato aiuti a diffondere e sostenere tali azioni .
2) le donne che vengono ai nostri due sportelli hanno un’età media che statisticamente si colloca tra i 38 e 58 anni
Molte vivono situazioni di disagio, di violenza psicologica o di violenza economica, e pur cercando da noi dei consigli su cosa fare e
come, alla fine rinunciano. E perché rinunciano? Perché sono donne che non hanno mai
lavorato pensando al matrimonio come
soluzione. Donne che hanno lasciato il lavoro al secondo figlio perché non in grado di gestire
la complessità della gestione famigliare (quasi sempre a loro carico) non trovando nella società i servizi di cui avrebbero bisogno, per esempio gli asili a costi contenuti. Donne che lavorano ma con degli stipendi bassi, situazioni precarie, decidono che non possono sostenere il percorso faticoso di rifarsi una vita lontano dal compagno o dal marito perché non in grado di sostenere una vita dignitosa, soprattutto se ci sono ancora dei figli minori. Ora è facile per tutti comprendere che c’è una grande differenza tra un Eva che si è innamorata dell’uomo sbagliato, magari ha concepito anche dei figli, ma ha un’indipendenza economica e un’Eva che è senza casa, senza lavoro, senza soldi,
senza un conto bancario a cui poter attingere.
Quindi noi le ascoltiamo e cerchiamo di trovarle un’occupazione o una sistemazione provvisoria, ma quando non riusciamo dobbiamo rinunciare in attesa di qualche opportunità, sperando che la situazione di queste donne non peggiori. Pensiamo quindi che il mondo della lavoro e la politica che si occupa del sostegno alla maternità e alla famiglia facciano delle scelte chiare su inquadramento, stipendio, part time , congedo e che trovino dei soldi in più per investire in asili e scuole materne.
Noi ci impegniamo in questo cercando di realizzare tutto ciò che è in nostro potere fare, ma avremmo bisogno di qualcuno che si faccia carico a livello politico di un programma per lavorare in quella direzione.
3) Infine andando nelle scuole a parlare di parità e di rispetto c’è capitato spesso in queste ultime periodo di incontrare ragazze dai 16 ai 18/ 19 anni che vedono nel matrimonio con un uomo più grande già sistemato economicamente la soluzione per vivere una vita gratificante.
Ci dicono che studiare non vale la pena perché tanto poi il lavoro è sempre precario, a termine e insicuro. Alcune raccontano che il loro sogno è cercare la via più semplice per far soldi attraverso internet, dove innumerevoli siti sorgono come funghi e dove è elevato il pericolo di fare dei passi falsi e di mettersi in mano a criminali che possono manipolarle e, attraverso la violenza virtuale, condizionare la loro vita.
Per questo quest’anno abbiamo deciso di dedicare il nostro spettacolo dal titolo Inarrestabile a due temi connessi tra loro: Indipendenza emotiva quindi capacità di credere in se stessi, analizzare i propri punti di forza e di debolezza e quindi di migliorarsi, e Indipendenza economica cioè perseguire tutte le possibilità che si presentano, non rinunciare ai propri diritti , non demordere mai nella creazione di una propria professionalità.
Lo spettacolo dal titolo “Inarrestabile” si terrà venerdì 29 novembre presso il teatro di Chiaverano e sabato 30 novembre presso il teatro di Bosconero.
Parlerà della lotta delle donne, di tutte le età, per ottenere la vera indipendenza economica, un passo lento ma appunto…inarrestabile!
Ringraziamo chi vorrà partecipare o semplicemente diffondere facendo una foto alla locandina.