Una giornata magnifica, di una concordia unica. Le due Sezioni Anpi Valle Elvo e Serra e Ivrea e Basso Canavese hanno organizzato una mattinata di grande festa, piena però di contenuti. Una grande folla ha gremito lo spazio dell’Area monumentale e i campi circostanti, sotto il sole che ha schiarito l’atmosfera.
Queste le parole del presidente dell’Anpi di Ivrea e Basso Canavese, Mario Beiletti, al ritorno dalla festa per la Liberazione tradizionalmente organizzata a Lace di Donato (BI) in ricordo dell’attacco tedesco al Comando partigiano della VII Divisione Garibaldi «Piemonte» e al Comando partigiano della 76ª Brigata «Togni», con l’arresto, la tortura e uccisione di 12 partigiani il 29 gennaio 1945.
Vi proponiamo alcuni degli interventi della mattinata, a partire da quello del presidente dell’Anpi di Ivrea e Basso Canavese Mario Beiletti.
Pace, Libertà, Democrazia, Solidarietà, Repubblica. Le parole da riprendere
Grazie a tutte e tutti voi qui presenti. Voi manifestate nel modo migliore l’antifascismo. Grazie ai Sindaci, che sono il primo gradino e baluardo della democrazia.
Festeggiamo oggi un 25 aprile di memoria della Liberazione e di impegno per la pace, una celebrazione e un giorno di festa in questa pur drammatica situazione esplosa nel cuore dell’Europa e uno stimolo verso tutti per il ritorno della politica come capacità di composizione dei conflitti.
Abbiamo fermamente condannato l’aggressione della Russia all’Ucraina, un atto di guerra che nega il principio dell’autodeterminazione dei popoli e che ha fatto precipitare il mondo sull’orlo di un conflitto globale. Chiediamo l’immediata cessazione dello scontro militare e del crepitio delle armi, il cessate il fuoco e un vero tavolo di trattativa tra le parti. Chiediamo che l’Europa e i suoi Governi siano in prima linea per conseguire questi obbiettivi. Avvertiamo l’urgenza di un rafforzamento dell’unità di tutte le forze di pace del nostro paese e del dialogo fra tutte le forze antifasciste per ricercare la via del negoziato.
La diversità di opinioni su singoli punti non deve impedire questo dialogo e la ricerca dell’unità più ampia possibile.
Noi oggi, però, siamo qui anche e soprattutto per ricordare un giorno di festa di 77 anni fa. Il 25 Aprile del 1945 finiva la guerra. Radio Londra trasmetteva il messaggio “Aldo dice 26 X 1”. Era la mobilitazione generale. Dai monti scendevano i Partigiani a liberare le città; gli operai armati si chiudevano nelle fabbriche per difenderle. La popolazione si riversava nelle piazze esultando. Era finita la guerra. Nelle aie, sulle strade si improvvisavano balli di gioia, suonavano le fisarmoniche, si respirava aria di libertà.
Noi siamo qui, oggi, prima di tutto, a rievocare quei giorni di festa, nella concordia, sia pur provvisoria, di ogni parte politica. Concordia che durò il tempo di scrivere la Costituzione, fra le più belle del mondo, che della Resistenza fu figlia. Concordia che continuiamo a ricercare anche oggi, nei difficili momenti che stiamo vivendo, perché solo da essa può uscire un mondo migliore.
Un mondo migliore che i nostri Padri partigiani avevano combattuto per realizzare. Parole come Pace, Libertà, Democrazia, Solidarietà, Repubblica erano state il loro sogno. Per esse avevano combattuto ed erano morti. Oggi noi dobbiamo riprendere quelle parole, quei valori, averli cari, non sciuparli.
Oggi i Partigiani ci hanno lasciato. Tocca a noi difenderle, renderle vive e attuali. Pace, perché ce lo impone l’articolo 11, “L’Italia ripudia la guerra…” Libertà, che significa anche libertà dal bisogno, perché ogni cittadino ha diritto al lavoro e ad essere “uguale di fronte alla legge”. Democrazia, senza la quale i Cittadini non avrebbero voce. Solidarietà, di cui è impregnata tutta la Costituzione, che ci ricorda i nostri doveri verso chi ha meno, e fugge da guerre, carestie, fame. Repubblica, infine, perché essa venne scelta con un referendum istituzionale il 2 giugno 1946.
Replichiamo allora, anche oggi, quel giorno di festa di tanti anni fa.
Viva la Resistenza, viva la Costituzione, viva i Partigiani, viva l’Italia!
Le popolazioni non si sostengono con le armi
Sonia Modenese. Viviamo un 25 aprile con un significato ancora più forte che in passato, perché a 77 anni dalla liberazione abbiamo un tremendo bisogno di parole e di politiche che parlino di pace, di mediazione e di trattative. Massima solidarietà all’ANPI nazionale che in questa furia bellicista esprime cautela e necessità di fermare la guerra, non di alimentarla. La guerra genera odio, costruisce il nemico, sospende il pensiero e diventa una divinità che esige sacrifici umani. [leggi tutto]
Chi semina memoria, raccoglie futuro
Cadigia Perini. A 77 anni dall’eccidio dei partigiani che ricordiamo qui a Lace, e dalla Liberazione dal nazifascismo, oggi seminare e coltivare la memoria è ancora un compito imprescindibile, quanto mai necessario e sempre più complicato, perché tante sono le forze avverse che quella storia di resistenza e quell’idea di società che guidava i nostri partigiani e partigiane vorrebbero riscrivere e negare. [leggi tutto]
In memoria delle donne
Gabriella Colosso. Festeggiare il 25 aprile significa celebrare il valore della resistenza italiana, la lotta partigiana e la conquista della libertà come ideale e come forma di governo democratico ma soprattutto la voglia di PACE e la guerra in Ucraina, attraverso le immagini terribili che ci arrivano, accende più che mai nel XXI secolo i riflettori sui valori indentitari della nostra Repubblica. [leggi tutto]