Questa piccola rubrica, curata da Aluisi Tosolini, in forma di “dizionario”, vuole fornire gli strumenti minimi per comprendere meglio temi che sono oggetto di dibattito pressoché quotidiano nei mezzi di informazione, che però, molto spesso, danno per scontato che chi li legge conosca con precisione dati, fatti e significati dei termini
Le spese militari nel 2015 sono state stimate pari a 1676 miliardi di dollari, pari al 2,3% del PIL mondiale o a 228 dollari per persona. Una spesa che è crescita dell’1% rispetto all’anno precedente.
Gli USA da soli hanno una spesa militare superiore a quella degli 8 paesi che li seguono nella classifica messa a punto dal Rapporto Sipri 2016 (e cioè Cina, Russia, Arabia Saudita, India, Francia, Gran Bretagna, Giappone e Germania)
– producendo circa il 40% dei fatturati dell’economia di guerra del pianeta. La spesa italiana per armi nel 2016 è stata di 23,3 miliardi di euro
Per quanto riguarda la vendita d’armi gli USA coprono il 35% del commercio internazionale e assieme a Russia (25%), Cina (5,9%), Francia (5,6%), Germania (4,7%), Inghilterra (4,5%), Spagna (3,5%), Italia (2,7%), Ucraina (2,6%) e Olanda (2%) – ovvero i primi dieci paesi esportatori d’armi – arrivano a coprire il 91,5% del commercio mondiale di armi.
Commercio che nel periodo 2011-2015 è cresciuto di ben il 14% rispetto al quadriennio precedente.
Si tratta di una quantità di spese per armi, che tutto assicurano eccetto la pace, davvero spaventosa. E il trend è in costante crescita. Basti pensare che il presidente USA Donald Trump, nel suo primo viaggio internazionale nel maggio 2017, si è recato in Arabia Saudita dove ha firmato contratti di vendita di armi e sistemi di difesa per 110 miliardi di dollari. Con l’obiettivo ancor più ambizioso di arrivare alla cifra record di 350 miliardi di dollari in dieci anni. E Riad, come tutti sanno, è un paese tutto fuorchè democratico, implicato nel sostegno dei salafiti che combattono in molte regioni del medio oriente ed in particolare esplicitamente implicato nella guerra civile in Yemen che sta causando migliaia di morti tra i civili.
Difficile poi non dar ragione a quel cartello apparso durante la manifestazione a Barcellona contro il terrorismo che recitava: Iniziamo con smettere di vendere armi.
Aluisi Tosolini